L'UOMO NELL'OMBRA ( The ghostwriter,GB/USA/F/D,2010)
DI ROMAN POLANSKI
Con EWAN MCGREGOR, Pierce Brosnan,Olivia Williams,Kim Cattrall.
THRILLER
Vincitore dell'Orso d'Oro all'ultimo festival berlinese,tratto dal best-seller "Il ghostwriter" di Robert Harris,a detta di diversi critici letterari più interessante per il tema svolto che per la reale validità del romanzo vero e proprio,"L'uomo nell'ombra" rappresenta un nuovo grande successo per Roman Polanski,in un anno molto difficile,dopo il riaffiorare dei grossi guai giudiziari che dagli anni Settanta,lo seguono. Il film,e la storia che narra,riguardano nella chiave d'invenzione del thriller (ma nemmeno troppo...) le complesse trame che regolano la politica internazionale,e nello specifico la lunga strategia che sta dietro alle guerre,fatte per necessità politica e "vendute" al popolo come inevitabili dalle forze in campo.Assunto come oscuro biografo dall'ex-primo ministro britannico,un giovane scrittore viene convinto a prendere il posto di un altro "negro",morto in mare in circostanze dubbie:scoprirà via via che la facoltosa,e clandestina,nuova professione,sarà in grado di avere a che fare con le alte sfere del potere,decaduto e non,ma di porlo anche in una condizione di forte rischio di vita.Giocato su una tensione sorda,che dapprima inquieta il protagonista,successivamente lo assilla e tormenta,il film di Polanski è più apprezzabile come dramma politico con inclinature "gialle" che non come thriller vero e proprio,perchè non monta il pathos come si addice ad un film di suspence,o altri lavori polanskiani:certo,l'ipocrisia dei potenti,l'incertezza su chi affidarsi in un mondo di trafficoni,assassini da lontano e progettatori di stragi per il mantenimento degli equilibri sono ben resi,ed il finale,benchè parzialmente prevedibile (nella rivelazione che invece dovrebbe "sconvolgere" lo spettatore) è sufficientemente ambiguo e corente con la trama e l'assunto di chi ha scritto e diretto.Ma nel film interpretato bene da volti sottilmente infidi,in cui un confuso Ewan McGregor si danna a cercare di capire dove orientarsi,nella corte melliflua e sleale del carismatico e fasullo leader Brosnan,non è rintracciabile l'alone del capo d'opera,per quanto disegni bene l'atmosfera di consapevole colpevolezza che sta dietro i quieti salotti di chi dirige dall'alto.
DI ROMAN POLANSKI
Con EWAN MCGREGOR, Pierce Brosnan,Olivia Williams,Kim Cattrall.
THRILLER
Vincitore dell'Orso d'Oro all'ultimo festival berlinese,tratto dal best-seller "Il ghostwriter" di Robert Harris,a detta di diversi critici letterari più interessante per il tema svolto che per la reale validità del romanzo vero e proprio,"L'uomo nell'ombra" rappresenta un nuovo grande successo per Roman Polanski,in un anno molto difficile,dopo il riaffiorare dei grossi guai giudiziari che dagli anni Settanta,lo seguono. Il film,e la storia che narra,riguardano nella chiave d'invenzione del thriller (ma nemmeno troppo...) le complesse trame che regolano la politica internazionale,e nello specifico la lunga strategia che sta dietro alle guerre,fatte per necessità politica e "vendute" al popolo come inevitabili dalle forze in campo.Assunto come oscuro biografo dall'ex-primo ministro britannico,un giovane scrittore viene convinto a prendere il posto di un altro "negro",morto in mare in circostanze dubbie:scoprirà via via che la facoltosa,e clandestina,nuova professione,sarà in grado di avere a che fare con le alte sfere del potere,decaduto e non,ma di porlo anche in una condizione di forte rischio di vita.Giocato su una tensione sorda,che dapprima inquieta il protagonista,successivamente lo assilla e tormenta,il film di Polanski è più apprezzabile come dramma politico con inclinature "gialle" che non come thriller vero e proprio,perchè non monta il pathos come si addice ad un film di suspence,o altri lavori polanskiani:certo,l'ipocrisia dei potenti,l'incertezza su chi affidarsi in un mondo di trafficoni,assassini da lontano e progettatori di stragi per il mantenimento degli equilibri sono ben resi,ed il finale,benchè parzialmente prevedibile (nella rivelazione che invece dovrebbe "sconvolgere" lo spettatore) è sufficientemente ambiguo e corente con la trama e l'assunto di chi ha scritto e diretto.Ma nel film interpretato bene da volti sottilmente infidi,in cui un confuso Ewan McGregor si danna a cercare di capire dove orientarsi,nella corte melliflua e sleale del carismatico e fasullo leader Brosnan,non è rintracciabile l'alone del capo d'opera,per quanto disegni bene l'atmosfera di consapevole colpevolezza che sta dietro i quieti salotti di chi dirige dall'alto.
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