martedì 31 luglio 2012


LA DECIMA VITTIMA (I,1965)
DI ELIO PETRI
Con MARCELLO MASTROIANNI,URSULA ANDRESS,Elsa Martinelli,Salvo Randone.
FANTASCIENZA

La fantascienza nel cinema italiano risulta essere un'anomalia riconosciuta tale,i casi in cui si sia trovato dei produttori capaci di arrischiarsi nel finanziare pellicole dal soggetto fantastico sono esigui.Uno dei piu'celeberrimi e' "La decima vittima",che tra i diversi sceneggiatori conta nomi di spicco come Tonino Guerra e Ennio Flaiano,e viene da un racconto pubblicato in una raccolta piuttosto conosciuta,all'epoca,come "Le meraviglie del possibile".Vi si immagina che in un imprecisato ed agiato futuro,una distrazione internazionale sia "La grande caccia",in cui killer da tutto il mondo escogitino un gioco mortale per eliminare la vittima designata,un altro Cacciatore,in poche parole una guerra tra predatori eletti. Un Mastroianni in inedita versione bionda,anaffettivo e pigro,diviene la preda indicata alla sensuale Ursula Andress,ma il fattore umano complica  le cose... Il film ha un'ambientazione efficace,ottimi costumi,scenografie di vispa realizzazione,pero'convince poco,nonostante anticipi di anni temi riportati da altri lungometraggi quali "Rollerball","L'implacabile","The Hunger Games".Troppo a mezza strada tra la commedia ed il racconto fantastico,per compiacere gli estimatori di entrambi i generi rimane vago,e la metafora finale,benche' acuta,di sostituire il finale originale del racconto che contemplava la morte del protagonista per mano della cacciatrice,con la "trappola" letale del matrimonio obbligato per il cinico giocatore romano,punge ma non a fondo. Petri si mostra abile,al solito,nel dipingere dentute vie all'apologo,ma in questo caso non realizza un lavoro memorabile.


KILLER ELITE ( Killer Elite,USA/AUS 2011)
DI GARY MCKENDRY
Con JASON STATHAM,CLIVE OWEN,Robert De Niro,Yvonne Sthravosky.
AZIONE/THRILLER
Curiosa ma alla fine neanche tanto,la carriera programmativa di questo action-thriller,pronto da un anno e lasciato slittare in Italia per mesi e mesi,fino a uscire in estate,durante gli Europei,che tradiaizonalmente fanno calare le presenze nelle sale,e quindi è piuttosto lecito che ci siano giornalisti che sottolineino se c'è qualcuno che,non legalmente,sia detto,si procura il film (questo come altri) è una conseguenza di atteggiamenti ambigui da parte delle case di distribuzione,che inevitabilmente pagano per avere i diritti di sfruttamento delle pellicole,e magari ne rinviano troppo,o troppe volte,l'uscita facendo perdere potenziali spettatori alle stesse.Detto ciò,il film ha il medesimo titolo di un cult di Sam Peckinpah,ma non c'entra niente:si parla,così avverte una scritta,di una storia accaduta realmente all'inizio degli anni 80.La SAS ,forze speciali inglesi,come i servizi segreti spesso fanno,stipulano accordi nascosti,compiono omicidi di Stato,sequestrano o rilasciano persone valide come pedine nel gioco pericolosissimo degli intrallazzi non ufficiali tra nazioni:qui siamo in Oman,e si fa presto a tenere la canna della pistola puntata su qualcuno che poco dopo può rivelarsi un impensato alleato,e viceversa,chi sembrava fidato può rivelarsi un letale nemico in breve tempo.Tra i veterani dell'imboscata Statham,De Niro e Owen c'è una sfida continua,vicina a divenire un duello finale per tutto il racconto,fino a risolversi in maniera abbastanza insolita,ma nemmeno così tanto considerando le regole di cui sopra:il film d'esordio di Gary McKendry è meglio scritto della media degli action movies hollywoodiani,si perde qualche volta nei fin troppi arzigogoli della trama,ed ha una buona tenuta nelle scene più apertamente spettacolari.Non sempre la regia tiene lo spettatore inchiodato alla poltrona,e forse il film soffre un minutaggio anche troppo dilatato:tra gli interpreti,se Statham e Owen se la giurano per diverso tempo,e il confronto,benchè a livello attoriale il secondo sia superiore di diverse spanne,tutto sommato ha l'adatta tensione,De Niro fa la solita partecipazione da mestierante esperto ma senza dare anima al proprio personaggio,che è il mentore del protagonista e fa da catalizzatore alla vicenda.Un discreto prodotto,non originalissimo,ma apprezzabile.Il cinema action di Statham è comunque meglio degli analoghi film dello stesso genere dei predecessori Van Damme e Seagal.

lunedì 9 luglio 2012


THE AMAZING SPIDER-MAN (The amazing Spiderman,USA 2012)
DI MARC WEBB
Con ANDREW GARFIELD, Emma Stone,Rhys Ifans,Sally Field.
FANTASTICO/AZIONE
Il "reboot" è la nuova parola d'ordine dello showbiz hollywoodiano,mossa geniale per riciclare personaggi e serie arrivati ad un punto di logoramento che da un lato non accontenta più il pubblico,dall'altro preoccupa le case di produzione per rischi enormi di perdite e di scadimento delle potenzialità di sfruttamento dei suddetti. Se Christopher Nolan con la nuova trilogia dell'Uomo-Pipistrello ha rivitalizzato un ciclo che sembrava già essere giunto al punto di non ritorno,visto che il terzo episodio della serie dell'Uomo Ragno aveva perlopiù deluso i fans della saga diretta da Sam Raimi,si riparte da zero,si cambia attori e si rielaborano le origini dell'eroe detto anche l' "Arrampicamuri". Benchè si sia scelto un regista venuto fuori con una commedia sentimentale come "500 giorni insieme",Marc Webb,quindi teoricamente si sia intrapresa una strada meno "autoriale",il gioco riesce:anche se conosciuta,a grandi linee,la storia della partenza delle avventure di Peter Parker appassiona ancora,e se possibile,filologicamente,questo nuovo film è ancora più attinente alla versione originaria a fumetti,con la famiglia Stacy coinvolta nelle vicende dell'Aracnide,ed un cattivo rimasto sullo sfondo nella trilogia raimiana come Lizard,qui coprotagonista,che in effetti era uno dei primi nemici dell'eroe sorto dopo pochi albi. Oltre le spettacolari acrobazie che vedono Spiderman lanciarsi tra grattacieli e vuoti d'aria ,con una capacità di movimento ancora più aderente ai disegni(so che suona paradossale,ma detto da uno che ha tatuata su un braccio la maschera dell'Uomo Ragno,prendetela per garanzia solida),c'è un messaggio che sottolinea la necessità di piccoli grandi gesti di collaborazione tra cittadini,che di questi tempi è un elogio alla partecipazione di cui tener conto,vista la tendenza all'egoismo che aleggia.I nuovi arrivati Andrew Garfield ed Emma Stone,coppia,pare,anche nella vita reale,indossano i ruoli di Parker e di Gwen con simpatica partecipazione,e Rhys Ifans nel ruolo non semplice del dottor Connors,che si tramuta in lucertolone aggressivo sia per ambizione personale e possibilità di recuperare una forma fisica "normale" (è senza un braccio),che per intervenire a contrastare una folle iniziativa del commissionario dei suoi studi Norman Osborn (qui solo nominato),è bravo a fornire un'anima anche alla versione in squame e coda di sè.In sostanza,un nuovo "punto zero",che diverte e fa uscire dalla sala aspettando volentieri gli inevitabili capitoli a seguire.

domenica 8 luglio 2012


ANNI RUGGENTI (I,1962)
DI LUIGI ZAMPA
Con NINO MANFREDI,Gino Cervi,Michèle Mercier,Gastone Moschin.
COMMEDIA
Se ci si fa caso,può apparire curioso,ma sul regime fascista satira al cinema ne è stata fatta poca:il caso più celebre è "Amarcord",che comunque parlava d'altro,ma vi era inclusa,ed uno dei casi più celebri è "Anni ruggenti",commedia firmata Luigi Zampa,specialista in film di genere.Ci si ispira ad un racconto di Gogol,ma la commedia ha vita propria,prendendo in giro una comunità al littorio apparentemente devota,istituita come una banda di furfanti e furfantelli,di nero vestiti ma praticamente dediti a rubare,intrallazzare,gestire i propri loschi affarucci:capita in città uno straniero,che tutti subito indicano come un ispettore da Roma che viene paventato e corteggiato,per non far scoprire la rete di giochetti furbi praticati dai potenti del luogo.In realtà il giovane è un assicuratore,che non capisce,fino ad un certo punto,come mai tutti gli siano così ossequiosi,e ruffiani,e quando la verità viene a galla c'è da divertirsi,ma anche di che rimanere male:infatti,il copione ha il buon gusto di chiudere il racconto su una nota amarognola,evitando il classico finale a tarallucci e vino molto in voga nella commedia all'italiana di sempre. Non c'è neanche una conquista sentimentale,perchè in un ambiente in cui la convenienza è l'unico credo,nemmeno la ragazza dagli occhi dolci di cui il protagonista si è innamorato,è un modello di virtù. Ben recitato e diretto,"Anni ruggenti" riserva spesso motivi per sorridere ,fustigando garbatamente ma mai scioccamente miserie vecchie e nuove degli italiani,che spesso servono chi vince in nome della coltivazione del proprio stantìo orticello.Sia Manfredi,in una delle sue interpretazioni migliori,che il corteo di caratteristi,da Cervi a Moschin,soprattutto,figurano bene ed entrano nei personaggi con i tempi ed i toni giusti.Un cinema medio molto ben fatto,tipico di un regista da sempre considerato,a ragione,mai autore,ma spesso capace di buoni film che piacevano al pubblico facendosi anche apprezzare da una parte dei recensori.

DOV'E' LA LIBERTA' ? (I,1952)
DI ROBERTO ROSSELLINI
Con TOTO', Vera Molnar,Franca Faldini,Leopoldo Trieste.
DRAMMATICO
Re del botteghino,soprattutto nelle seconde e terze visioni,Totò ebbe rare occasioni di far cambiare opinione alla critica dell'epoca,che spesso lo bollava come comico di serie B,o sprecato in troppi film (il che poteva anche essere vero,talvolta).Una di queste è stata "Dov'è la libertà",che ebbe vita non semplice a causa dell'ondivaga presenza di Roberto Rossellini,ed infatti,se il finale è attribuito generalmente a Fellini,sembra che alcune scene vennero realizzate da Monicelli.Il film è una malinconica parabola su un ingenuo,che si è macchiato di un "delitto d'onore",che,una volta fuori dal carcere vede tante di quelle brutture,e subisce così tante delusioni,da invocare il ritorno in gattabuia come sua vera e propria dimensione. Totò,vittima di raggiri,bugie,imbrogli e prepotenze,presta la sua maschera sghemba ad un Candido non innocente,ma convinto di aver agito per Giustizia,purtroppo destinato a cocente rammarico per aver buttato via la propria esistenza,senza aver capito con chi ha ed ha avuto a che fare."Dov'è la libertà" è un dramma che si presta ad esser letto come racconto metaforico sulla perdita d'innocenza sia della società,che di un modo di pensare troppo bonario (e anche troppo superficiale,forse?!?),che riserva malinconie e asprezze,senza mai cavalcare scene madri,con le quali sarebbe stato probabilmente più facile suscitare la commozione dello spettatore.Invece la pellicola è gestita con sobrietà,moderazione,e tende ad andare al sodo per disegnare il proprio messaggio sconsolato.Curiosità,come doppiatori di personaggi secondari figurano sia Nino Manfredi che Alberto Sordi.

giovedì 5 luglio 2012


ROSOLINO PATERNO',SOLDATO...
(I/YUG,1970)
DI NANNI LOY
Con NINO MANFREDI, Jason Robards,Martin Landau,Peter Falk.
COMMEDIA

Satira antimilitarista coprodotta tra Italia e Yugoslavia,quando la pratica era assai in voga,tra film storici e avventurosi,"Rosolino Paternò,soldato..." racconta la vicenda  di tre militari americani in incognito che raccolgono un pastore siciliano per farsi aiutare a compiere una missione pericolosa,far saltare un fortino sul mare per sabotare le forze tedesche.Picaresche e complicate,le peripezie dello sparuto gruppo misto si chiuderanno su una beffarda constatazione dell'inutilità sostanziale dei gesti dei fanti e delle glorie comode degli alti graduati.Loy,come spesso gli è successo,era più abile con i momenti drammatici che con l'umorismo,non sempre vivacissimo:il film non è spiacevole,ma non coinvolge,e la cosa che rimane più impressa,nonostante l'ottimo cast assemblato,è il finale amaro.Manfredi,Robards,Landau e Falk,che compare brevemente all'inizio,sono attori stimatissimi e di talento,fanno bella figura,ma alla pellicola difetta il ritmo,e ogni tanto si tende a perdere il filo del discorso.Forse sarebbe stato più adatto come episodio che come film di oltre un'ora e mezza,più valido lo spunto e le considerazioni conclusive che lo svolgimento vero e proprio.


AMERICAN PIE:ANCORA INSIEME
( American Pie:reunion,USA 2012)
DI JOHN HURVITZ.,HAYDEN SCHLOSSBERG
Con  JASON BIGGS,SEANN WILLIAM SCOTT,CHRIS KLEIN,EDDIE KAYE THOMAS.
COMMEDIA

La serie "American Pie" riesce meglio nei numeri dispari,vai a capire perchè:il "brand",come va di moda chiamare oggi un marchio consolidato ha generato anche troppi episodi apocrifi,generati soprattutto per il mercato home video,e effettivamente per il grande schermo ne sono stati prodotti quattro,in successo discendente,come è normale quasi per ogni saga,tranne le migliori.In realtà,benchè i ragazzi pazzerelli e sessodipendenti che dal 1999 suscitano risate a volte più copiose,altre meno,ma senza divenire vero e proprio trash come molti epigoni,ottengano buoni risultati al box-office,tutto sommato,agli interpreti,che dopo il primo film sembravano lanciatissimi,non è riuscito avere vita da star. Soprattutto Jason Biggs,il più duttile,Seann William Scott,la faccia da schiaffi,Chris Klein,il belloccio,e Mena Suvari,la ninfa di "American beauty".E quindi,puntuali,i seguiti,affidati a regie diverse,per continuare il racconto dall'adolescenza ad una presunta "normalità" matura della banda di amici."American Pie:Ancora insieme" non ha raccolto i risultati sperati,probabilmente lo spunto è un pò logoro,e forse è la logica delle serie che ripetute senza dar grandi risvolti alle vite dei personaggi non trovano l'interesse del pubblico a livelli alti. Il film suscita qualche risata convinta,più spesso tende a ripetersi con un pò troppa fiducia in gag ormai riconosciute come cavalli di battaglia,e soffre,soprattutto nel finale,nel diventare un pò eccessivamente autoreferenziale,con diverse strizzate d'occhio al pubblico di aficionados,concludendosi con un happy end piuttosto imborghesito e bolso.Tra gli attori c'è un  buon affiatamento,latita la regia,anche se sono in due a condurla,probabilmente per Jim,Stifler & co. è bene chiuderla qui.