domenica 8 luglio 2012


ANNI RUGGENTI (I,1962)
DI LUIGI ZAMPA
Con NINO MANFREDI,Gino Cervi,Michèle Mercier,Gastone Moschin.
COMMEDIA
Se ci si fa caso,può apparire curioso,ma sul regime fascista satira al cinema ne è stata fatta poca:il caso più celebre è "Amarcord",che comunque parlava d'altro,ma vi era inclusa,ed uno dei casi più celebri è "Anni ruggenti",commedia firmata Luigi Zampa,specialista in film di genere.Ci si ispira ad un racconto di Gogol,ma la commedia ha vita propria,prendendo in giro una comunità al littorio apparentemente devota,istituita come una banda di furfanti e furfantelli,di nero vestiti ma praticamente dediti a rubare,intrallazzare,gestire i propri loschi affarucci:capita in città uno straniero,che tutti subito indicano come un ispettore da Roma che viene paventato e corteggiato,per non far scoprire la rete di giochetti furbi praticati dai potenti del luogo.In realtà il giovane è un assicuratore,che non capisce,fino ad un certo punto,come mai tutti gli siano così ossequiosi,e ruffiani,e quando la verità viene a galla c'è da divertirsi,ma anche di che rimanere male:infatti,il copione ha il buon gusto di chiudere il racconto su una nota amarognola,evitando il classico finale a tarallucci e vino molto in voga nella commedia all'italiana di sempre. Non c'è neanche una conquista sentimentale,perchè in un ambiente in cui la convenienza è l'unico credo,nemmeno la ragazza dagli occhi dolci di cui il protagonista si è innamorato,è un modello di virtù. Ben recitato e diretto,"Anni ruggenti" riserva spesso motivi per sorridere ,fustigando garbatamente ma mai scioccamente miserie vecchie e nuove degli italiani,che spesso servono chi vince in nome della coltivazione del proprio stantìo orticello.Sia Manfredi,in una delle sue interpretazioni migliori,che il corteo di caratteristi,da Cervi a Moschin,soprattutto,figurano bene ed entrano nei personaggi con i tempi ed i toni giusti.Un cinema medio molto ben fatto,tipico di un regista da sempre considerato,a ragione,mai autore,ma spesso capace di buoni film che piacevano al pubblico facendosi anche apprezzare da una parte dei recensori.

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