LA BANDA BAADER MEINHOF ( Der Baader Meinhof complex, D 2007)
DI ULI EDEL
Con MARTINA GEDECK, MORITZ BLEIBTREU, JOHANNA WOKALEK, Bruno Ganz.
DRAMMATICO
Gli "anni di piombo" sono quelli che vanno dalla fine dei Sessanta alla fine dei Settanta per molta stampa europea, e tale definizione rimanda al film più famoso di Margarethe Von Trotta, appunto ambientato in quegli anni in cui le ideologie contrapposte si scontrarono nelle strade, e in ogni ambiente pubblico: un regista spesso al centro di polemiche ( sono suoi infatti "Christiana F." e "Ultima fermata Brooklyn", esempi di cinema non proprio edificante) non particolarmente amato dalla critica, che ha scelto un argomento tuttora rovente, anche perchè tratta cose politicamente e storicamente non ancora risolte trent'anni dopo, vedi i conflitti mediorientali, le reti di terrorismo esplose oltre il controllo degli stessi fautori, l'ingerenza USA in Europa e l'uso della forza da parte della superpotenza quando si è andati contro i suoi interessi. Edel per tutta la prima parte governa bene un rapporto incalzante e ritmato sull'assemblaggio del nucleo anarchico sfociato in terroristico combinando la giornalista impegnata Baader con il rivoluzionario Meinhof, perdendo mordente in un finale in cui ci si dilunga troppo, dato che a quel punto lo spettatore ha la sensazione di situazioni che si ripetono e che oltre tutto appesantiscono la narrazione. Il film è di discreto livello, anche se non convince moltissimo Martina Gedeck nel mutevole personaggio della Baader, e per di più il film mette raramente a confronto i due personaggi principali, mostrandoli pochissimo a contatto: evitando la trappola della presa di posizione, "La banda Baader Meinhof" illustra un'era violenta in cui la Causa, da entrambi i lati del contendere, annullava ogni remora e sprigionava un furore devastatore su tutto.
DI ULI EDEL
Con MARTINA GEDECK, MORITZ BLEIBTREU, JOHANNA WOKALEK, Bruno Ganz.
DRAMMATICO
Gli "anni di piombo" sono quelli che vanno dalla fine dei Sessanta alla fine dei Settanta per molta stampa europea, e tale definizione rimanda al film più famoso di Margarethe Von Trotta, appunto ambientato in quegli anni in cui le ideologie contrapposte si scontrarono nelle strade, e in ogni ambiente pubblico: un regista spesso al centro di polemiche ( sono suoi infatti "Christiana F." e "Ultima fermata Brooklyn", esempi di cinema non proprio edificante) non particolarmente amato dalla critica, che ha scelto un argomento tuttora rovente, anche perchè tratta cose politicamente e storicamente non ancora risolte trent'anni dopo, vedi i conflitti mediorientali, le reti di terrorismo esplose oltre il controllo degli stessi fautori, l'ingerenza USA in Europa e l'uso della forza da parte della superpotenza quando si è andati contro i suoi interessi. Edel per tutta la prima parte governa bene un rapporto incalzante e ritmato sull'assemblaggio del nucleo anarchico sfociato in terroristico combinando la giornalista impegnata Baader con il rivoluzionario Meinhof, perdendo mordente in un finale in cui ci si dilunga troppo, dato che a quel punto lo spettatore ha la sensazione di situazioni che si ripetono e che oltre tutto appesantiscono la narrazione. Il film è di discreto livello, anche se non convince moltissimo Martina Gedeck nel mutevole personaggio della Baader, e per di più il film mette raramente a confronto i due personaggi principali, mostrandoli pochissimo a contatto: evitando la trappola della presa di posizione, "La banda Baader Meinhof" illustra un'era violenta in cui la Causa, da entrambi i lati del contendere, annullava ogni remora e sprigionava un furore devastatore su tutto.
Nessun commento:
Posta un commento