mercoledì 17 aprile 2013


LINCOLN (Lincoln,USA 2012)
DI STEVEN SPIELBERG
Con DANIEL DAY-LEWIS,Tommy Lee Jones,Sally Field,James Spader.
DRAMMATICO
Dodici candidature agli ultimi Oscar,un solo premio vinto,per quanto importante,perchè Daniel Day Lewis,con questo Oscar,diventa l'attore con il maggior numero di Academy Awards vinti nella categoria "miglior protagonista",ma l'operazione-"Lincoln" ha fatto centro:Steven Spielberg ha realizzato un'opera a forte matrice politica e storica,riducendo all'osso la spettacolarizzazione di una pagina fondamentale della Storia degli Stati Uniti.E cioè,non siamo di fronte ad una vera e propria biografia di uno dei presidenti americani più celebri e amati,ma alle prese con l'abolizione della schiavitù,le lotte in parlamento,il percorso per arrivare a tale svolta decisiva,che chiuse in pratica la Guerra di Secessione,la fine trama di accordi e alleanze impensabili tessuta dallo stratega Abraham,per formare una squadra di concreti rivali in un gruppo capace di imprimere un cambiamento storico di forte peso.Costruito su dibattiti,trattative,elaborazioni politiche,il film è stato un ottimo successo commerciale,e tuttavia,fatto presente la colpevole mancanza di nozioni,a noi europei,sull'iniziale perplessità che si possa provare rendendosi conto che lo scontro,così come lo racconta questa pellicola,tra democratici e repubblicani vedeva questi ultimi cercare di portare avanti l'emendamento che avrebbe spazzato via la schiavitù,questo è un film di sceneggiatura,di recitazione,in cui alla regia tocca il lavoro più oscuro e faticoso.Quello di stare ai margini,utilizzando il montaggio nei primi piani e negli stacchi,al limite sottolineando,con uno sfrenato carrello all'indietro,un passaggio decisivo delle cose raccontate,e forse appunto questo non ha entusiasmato l'Academy,optando per un Oscar assegnato al più ardito gioco di immagini di Ang Lee.E,se la lezione di Storia è ben impartita,nonostante il carico,affatto greve,c'è da dire che un pò paga in relativa partecipazione,tranne lo stringere conclusivo del dibattito,dello spettatore allo spettacolo:nel cast,ottimamente messo insieme e coordinato,bello il lavoro in sottrazione di Daniel Day-Lewis (il doppiaggio di Favino non è uno dei più ispirati possibile,anche se in originale il tono della voce è ugualmente quasi trattenuto),ma il miglior interprete,che forse solo Waltz ha saputo battere,è Tommy Lee Jones nei burberi panni del senatore falso cinico e segretamente tenero.

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