IN NOME DEL POPOLO ITALIANO ( I, 1971)
DI DINO RISI
Con UGO TOGNAZZI, VITTORIO GASSMAN, Yvonne Furneaux, Ely Galleani.
COMMEDIA
Non è vero, come qualcuno malignamente ha scritto, che "In nome del popolo italiano" è l'ultimo film "serio" di Dino Risi: anche negli anni Settanta, l'autore di "I mostri" ha fornito buone prove del suo cinema. Ha, però, virato su altre tematiche, e la sua nota ed evidente vena sarcastica si è occupata meno del quadro sociale generale italico, e in questo senso, questa commedia al vetriolo con l'abbinamento Tognazzi magistrato laconico e indignato-Vittorio Gassman industriale cinico e inquinatore ( interpreti straordinari entrambi, qui antitetici, visto che Tognazzi lavora sulle mezze tinte e Gassman qui vive di eccessi) è uno di quegli esempi di come il cinema, se fatto con estro e capacità, può dire tanto, non solo sull'epoca in cui è stato realizzato, ma può addirittura dimostrare che certe cose ( purtroppo) non hanno compiuto alcun progresso. Velenoso, e in svariati momenti abilissimo nel riscuotere un riso con retrogusto salato, "In nome del popolo italiano" è un film dichiaratamente polemico, arrabbiato e senza sconti per certo modo di pensare e agire "all'italiana": il finale con Tognazzi-Bonifazi che pone idealmente la faccia dell'odiato Gassman-Santenocito sulla feccia mescolata alla folla festante per la vittoria dell'Italia sull'Inghilterra è da antologia, il pensionato stronzo che bercia "Viva BBoninsegna!Viva Scireaaaaa!Viva il Duce!Viva l'Italia" è la rappresentazione esatta di una maniera vile e delirante di pensare.
DI DINO RISI
Con UGO TOGNAZZI, VITTORIO GASSMAN, Yvonne Furneaux, Ely Galleani.
COMMEDIA
Non è vero, come qualcuno malignamente ha scritto, che "In nome del popolo italiano" è l'ultimo film "serio" di Dino Risi: anche negli anni Settanta, l'autore di "I mostri" ha fornito buone prove del suo cinema. Ha, però, virato su altre tematiche, e la sua nota ed evidente vena sarcastica si è occupata meno del quadro sociale generale italico, e in questo senso, questa commedia al vetriolo con l'abbinamento Tognazzi magistrato laconico e indignato-Vittorio Gassman industriale cinico e inquinatore ( interpreti straordinari entrambi, qui antitetici, visto che Tognazzi lavora sulle mezze tinte e Gassman qui vive di eccessi) è uno di quegli esempi di come il cinema, se fatto con estro e capacità, può dire tanto, non solo sull'epoca in cui è stato realizzato, ma può addirittura dimostrare che certe cose ( purtroppo) non hanno compiuto alcun progresso. Velenoso, e in svariati momenti abilissimo nel riscuotere un riso con retrogusto salato, "In nome del popolo italiano" è un film dichiaratamente polemico, arrabbiato e senza sconti per certo modo di pensare e agire "all'italiana": il finale con Tognazzi-Bonifazi che pone idealmente la faccia dell'odiato Gassman-Santenocito sulla feccia mescolata alla folla festante per la vittoria dell'Italia sull'Inghilterra è da antologia, il pensionato stronzo che bercia "Viva BBoninsegna!Viva Scireaaaaa!Viva il Duce!Viva l'Italia" è la rappresentazione esatta di una maniera vile e delirante di pensare.
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