mercoledì 24 aprile 2013




MARIE-ANTOINETTE (Marie-Antoinette,USA 2006)
DI SOFIA COPPOLA
Con KIRSTEN DUNST,Jason Schwartzman,Rip Torn,Judy Davis.
DRAMMATICO/STORICO
Quando uscì "Il giardino delle vergini suicide",baciato da un certo insuccesso di pubblico,mi parve l'inaspettata esplosione di un talento nuovo,capace di donare una sensibilità acutamente femminile a ciò che faceva,riuscendo a rendere la meraviglia di una psiche adolescenziale,con tutte le contraddizioni del caso,le purezze e i problemi nel relazionarsi con il mondo fuori:Sofia Coppola,bocciata senza rimandi come attrice nel terzo "Padrino"(ma anche quella prova non era del tutto indecorosa),aveva saputo meritare rispetto come autrice di cinema,basandosi,evviva,anche su sceneggiature sapide e costruzione di situazioni e personaggi ben elaborata."Marie-Antoinette" ,annunciatissimo,progetto molto particolare,è uno sfarfallare di colori,fastosità e ricchezza di allestimento,ma se ogni autore vero ha diritto a un film sbagliato,questo è tale nella carriera ancora breve della Coppola.I primi venti minuti inquadrano bene l'assurda rigidità dei rituali di corte,il disagio della regina giovanetta studiato da vicino dalla macchina da presa: poi,ancor più ingiustificabile se si pensa che la stessa regista è anche sceneggiatrice unica,il film procede a balzelli,perdendosi in un'estetizzazione a lungo andare nociva per la stessa pellicola,attardandosi per minuti interminabili su fiori e l'aprir d'ali di una coccinella,tralasciando di approfondire avvenimenti-chiave per il personaggio principale( la morte del secondogenito,il trapasso del re di Francia per vaiolo,la passione per un generale-amante).Kirsten Dunst,che gode di una simpatia spontanea da parte dell'occhio della cinepresa,esprime la bambinesca fragilità di Maria Antonietta finchè il copione non la costringe a bruschi cambiamenti senza troppe giustificazioni;infine,l'ora e cinquanta di proiezione appare piuttosto tediosa,senza alcun ritmo o spinta impressa a una prolissità della narrazione che difficilmente collocherà questo film tra quelli che viene voglia di rivedere due o tre volte almeno.

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