lunedì 22 aprile 2013



A DANGEROUS METHOD ( A dangerous method,CAN/F/GB/IRE/D,2011)
DI DAVID CRONENBERG
Con MICHAEL FASSBENDER,KEIRA KNIGHTLEY,VIGGO MORTENSEN, Vincent Cassel.
DRAMMATICO

La storia di Sabina Spielrhein era già stata portata sul grande schermo una decina d'anni fa circa da Roberto Faenza con "Prendimi l'anima",non una delle migliori cose dell'autore di "Sostiene Pereira",pur considerando un fatto vero riportato evidenziando gli orrori della Storia quando stritola le storie delle persone fisiche e le loro vite.David Cronenberg riprende il tema applicando in più l'amicizia e poi la rottura sia nei rapporti che a livello intellettuale tra Jung e Freud,con una coproduzione internazionale curatissima nell'allestimento,che fa capo più a film nella carriera dell'autore quali "Inseparabili" che a lavori in cui l'estro visionario del regista canadese faceva sfoggio di sè impressionando ed in molti casi urtando gli spettatori. Se si vuole,da profani della psicoanalisi,nell'ultimo trentennio l'ascendente di Jung si è ridotto rispetto a quello di Freud,più ampiamente citato dalla stampa e se si vuole maggiormente riconosciuto come scopritore di molto dell'ignoto che si cela nella mente umana:la sceneggiatura di "A dangerous method" evidenzia i contrasti tra i due padre della medicina psichica mostrando le zone fragili del più giovane tra i due,meno inquadrabile canonicamente nei comportamenti,e più spinto ad accettare le pulsioni incontrollate del sesso,e la tendenza del più anziano a diffidare delle tesi e delle ambizioni dello svizzero.Il difetto maggiore del film,ma era prevedibile,è la sostanziale freddezza con cui Cronenberg narra la vicenda,pur avendo come catalizzatrice l'ingestibilità neurotica della Spielrhein,cui Keira Knightley applica troppa veemenza istrionica per farla risultare del tutto credibile,e meglio figurano i colleghi maschi,dal vulnerabile,pieno di pecche Jung del rampante Fassbender che si sta rivelando come uno dei nomi nuovi in assoluto di cui dovremo tener conto in futuro,e del Freud che Mortensen rende con gran classe,armato spesso di un sigaro.E' interessante,ma è un lavoro che non tocca mai le zone sensibili dello spettatore,e nè lo inquieta,nè lo commuove:curioso per un film realizzato da un cineasta da sempre abile a scuotere gli animi.

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