giovedì 11 aprile 2013

SALVATE LA TIGRE (Save the tiger, USA 1973)
DI JOHN G.AVILDSEN
Con JACK LEMMONJack Gilford, Laurie Heineman, Patricia Smith.
DRAMMATICO
"Lo sapevi che i leoni e le tigri tornano sempre dove hanno il ricordo più bello?E' così che li fregano."dice la ragazza raccolta dall'imprenditore tessile protagonista del film al secondo passaggio che l'uomo le offre nella medesima giornata: industriale di medio calibro oberato dalla mancanza di liquidi e l'esigenza di produrre, intento a rimasticare di continuo il passato, che sia drammatico come lo sbarco ad Anzio o spensierato come quando suonava la batteria e si faceva chiamare "Pete il Cubano", Harry Stoner si barcamena tra tentativi di tirare avanti la baracca, "almeno per un'altra stagione" e il disgusto per la condotta morale propria e del proprio paese,in cui la corruzione pare essere divenuta parte integrante del vivere. John G.Avildsen, da un copione abile e denso di Steve Shagan che ha il buon gusto di non volersi risolvere in un pietistico lieto fine, assolutamente fuori luogo dopo quel che abbiamo visto, gira uno dei suoi migliori lavori, anche se per tecnica di ripresa e inventiva di regista, non così ben realizzato quanto "Rocky", e con l'aiuto di un Jack Lemmon straordinario nell'esprimere la crisi interiore di un uomo partito idealista e arrivato ad un livello di vergogna di se stesso insopprimibile, ma che tuttavia si assume la responsabilità delle proprie azioni peggiori. Incastrato tra le offerte degli strozzini, la possibilità di sfangarla grazie ad una truffa assicurativa, la decadenza di tutto ciò che gli sta attorno, le illusioni infrante del dopoguerra, Stoner si accorge di essere una mezza reliquia deambulante circa il mondo che si era prospettato. Uno dei più bei film sull'impossibilità di realizzazione del Sogno Americano, o meglio, delle conseguenze tragiche delle utopie applicate agli Uomini.

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