giovedì 25 aprile 2013

CHANGELING ( Changeling, USA 2008)
DI CLINT EASTWOOD
Con ANGELINA JOLIE, John Malkovich, Michael Kelly, Jeffrey Donovan.
DRAMMATICO

Strano atteggiamento dei recensori quello verso "Changeling", penultima regia di Clint Eastwood ( sì, perchè ai primi dell'anno uscirà anche "Gran Torino", dramma urbano che lo vede anche come protagonista): c'è chi lo ha amato ed esaltato senza riserve, chi lo ha apprezzato molto ma ha sottolineato che i titoli appena precedenti della filmografia eastwoodiana erano opere più memorabili, chi ne parla bene però precisa che "il vecchio Clint ci ha abituato troppo male con i suoi capolavori". Sostanzialmente, come si può evincere, è un film piaciuto molto, personalmente ho trovato qualche caratterizzazione d'interprete un pò troppo sopra le righe ( il poliziotto corrotto e senza pietà, ad esempio), e qualche lieve incertezza nell'avvio: per il resto siamo dalle parti del cinema di alto livello. Il dramma umano, morale e psicologico della giovane donna, ragazza madre nell'America del 1928 che si vede sparire il figlio e "rendere" un altro che palesemente non è il suo bambino per laidi intrallazzi politici di propaganda, e ribellandosi ad un'imposizione da parte del Potere così scorretta e abusatrice subire arresto, internamento in manicomio, e delizie del genere solleva interrogativi morali pesanti, e un'onesta indignazione a livello di coscienza non comuni da trovare oggi su uno schermo: in parallelo, Eastwood usa un binario narrativo sempre più attiguo a quello portante di cui prima, di un novello Orco, assassino di fanciulli, che si rivelerà decisivo per lo scioglimento del racconto. Oramai è riconosciuto lo status d'autore di un cineasta che in ogni film che gira immette almeno una scena di grande cinema. Eastwood ha il passo dei grandi classici che sicuramente ama, con una lettura analitica moderna, da intellettuale critico ma non cinico, con film di spessore e girati con gran gusto registico. Angelina Jolie, nella sua interpretazione più bella, offre la sua grazia diafana in un ruolo che offre il fianco ad un'interpretazione sopra le righe, e invece condotta con partecipazione e buona fibra d'attrice. Uno dei più bei lungometraggi della stagione, avvincente e riflessivo.

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