WOLFMAN ( The Wolf Man, USA 2009)
DI JOE JOHNSTON
Con BENICIO DEL TORO, Anthony Hopkins, Emily Blunt, Hugo Weaving.
HORROR
Rimandato per troppo tempo perchè non vi siano stati problemi nella lavorazione, giunge infine sugli schermi il remake de "L'uomo lupo" che all'inizio degli anni Quaranta definì le sembianze cinematografiche di uno dei grandi Miti della fantasia popolare e della letteratura e del cinema d'orrore: un cambio dietro la macchina da presa (dal Mark Romanek di "One hour photo" siamo passati al più affidabile commercialmente Joe Johnston di "Jurassic Park III"), e continui rimandi nell'uscita mai veramente giustificati dalla produzione hanno creato un piccolo caso,visti anche i nomi in gioco nel cast,compreso il truccatore Rick Baker. Ambientato nel 1891 in un'Inghilterra cupa, vede la casa avita dei Talbot in decadimento, prima dei titoli iniziali muore il fratello del protagonista,assassinato da qualcosa di misterioso ed orribile che vaga nei boschi: e se è interessante l'abbozzata critica ai metodi repressivi dei manicomi e l'impronta crudele e sadica di un padre padrone dallo sguardo obliquo di Anthony Hopkins nei rapporti con un personaggio principale votato alla dannazione per essere stato infettato da un licantropo, anche la violenza in alcuni momenti incline allo splatter non sconvolge, non turba. L'intero film soffre di un'artificiosità marcata sia nella rappresentazione dell'ambiente che nelle parti più deliberatamente fantastiche, e scopre troppo presto le carte dell'intrigo familiar-edipico che segna l'animo del mostro per forza Benicio Del Toro. Spettacolare, ma troppo finto per appassionare, ha un'unica sequenza di una certa suspence e forza cinematografica: quella in cui il protagonista è esposto in una sala del manicomio in cui è stato ricoverato per dimostrazione della sua supposta follia, e si avvia una trasformazione che porterà ad un massacro. Ma è difficile che divenga un classico.
DI JOE JOHNSTON
Con BENICIO DEL TORO, Anthony Hopkins, Emily Blunt, Hugo Weaving.
HORROR
Rimandato per troppo tempo perchè non vi siano stati problemi nella lavorazione, giunge infine sugli schermi il remake de "L'uomo lupo" che all'inizio degli anni Quaranta definì le sembianze cinematografiche di uno dei grandi Miti della fantasia popolare e della letteratura e del cinema d'orrore: un cambio dietro la macchina da presa (dal Mark Romanek di "One hour photo" siamo passati al più affidabile commercialmente Joe Johnston di "Jurassic Park III"), e continui rimandi nell'uscita mai veramente giustificati dalla produzione hanno creato un piccolo caso,visti anche i nomi in gioco nel cast,compreso il truccatore Rick Baker. Ambientato nel 1891 in un'Inghilterra cupa, vede la casa avita dei Talbot in decadimento, prima dei titoli iniziali muore il fratello del protagonista,assassinato da qualcosa di misterioso ed orribile che vaga nei boschi: e se è interessante l'abbozzata critica ai metodi repressivi dei manicomi e l'impronta crudele e sadica di un padre padrone dallo sguardo obliquo di Anthony Hopkins nei rapporti con un personaggio principale votato alla dannazione per essere stato infettato da un licantropo, anche la violenza in alcuni momenti incline allo splatter non sconvolge, non turba. L'intero film soffre di un'artificiosità marcata sia nella rappresentazione dell'ambiente che nelle parti più deliberatamente fantastiche, e scopre troppo presto le carte dell'intrigo familiar-edipico che segna l'animo del mostro per forza Benicio Del Toro. Spettacolare, ma troppo finto per appassionare, ha un'unica sequenza di una certa suspence e forza cinematografica: quella in cui il protagonista è esposto in una sala del manicomio in cui è stato ricoverato per dimostrazione della sua supposta follia, e si avvia una trasformazione che porterà ad un massacro. Ma è difficile che divenga un classico.
Nessun commento:
Posta un commento