sabato 11 maggio 2013

TRAUMA ( I, 1993)
DI DARIO ARGENTO
Con CHRISTOPHER RYDELL, ASIA ARGENTO, Frederic Forrest, Piper Laurie.
THRILLER

Dario Argento, dopo l'excursus negli adattamenti di Poe in "Due occhi diabolici", torna qui al thriller più tradizionale, se si escludono un paio di parentesi un bel pò inverosimili come quelle sequenze in cui due teste appena recise riescono a formulare una parola(ma sembrerebbe più che altro una citazione di "Alien" di Scott). Due motivi ricorrenti del cinema argentiano:uno è il modo in cui vengono uccise le vittime.Se si ha una buona conoscenza della filmografia del regista di "Phenomena", apparirà evidente che la decapitazione tocca di solito a chi è in qualche modo reo di azioni criminose, siano essi il maniaco assassino o i malcapitati che finiscono variamente massacrati.E'una sorte che capita agli assassini di "4 mosche di velluto grigio","Profondo rosso", e questo "Trauma".L'altro leit-motiv è il ricordo "sfocato" del protagonista, capitato sulla scena di un delitto, la cui memoria ha rimosso un particolare decisivo.Per circa due ore, il regista romano tiene lo spettatore sul chi vive, confondendolo con più colpi di scena e arrivando a un finale difficilmente prevedibile.La catena di delitti persegue una logica, più che in altri lavori di Argento, fino a rivelarsi una vendetta che a conti fatti vede cadere sotto la mano implacabile del killer personaggi che forse non meritavano una fine migliore, colpevoli di un atto di incredibile inumanità anni prima.Da mandare a memoria la scena in cui David e Aura, i giovani protagonisti, si perdono nei corridoi di un manicomio, con due morti in stanze diverse e i pazzi vaganti nel loro delirio.Non il miglior film argentiano, ma vi si avverte una pena e un dolore di rancori inespressi e veleni familiari iniettati da proiezioni malate di menti fragili.

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