mercoledì 20 marzo 2013


DIE HARD-UN BUON GIORNO PER MORIRE (Die Hard:a good day to die hard,USA 2013)
DI JOHN MOORE
Con BRUCE WILLIS,Jay Courtney,Sebastian Koch,Yulia Snigir.
AZIONE
A quasi un quarto di secolo dal suo arrivo sul grande schermo con l'ormai titolo di riferimento "Trappola di cristallo",John McClane ritorna a spaccar tutto e vender cara la pellaccia,contro nemici nuovi,sempre in zona terrorismo,ma a conti fatti più attenti a fare un gran gruzzolo che a rincorrere pur assurdi ideali.Il quinto episodio della serie del poliziotto puntualmente malconcio ma indistruttibile si svolge in Russia e Ucraina,tra Mosca e Chernobyl,e l'eroe parte per andare ad aiutare il figlio,con il quale,ovviamente,non ha un buon rapporto,e che sui titoli di testa abbiamo sparare a sangue freddo a una persona.Diretto da John Moore,che dei quattro registi che hanno condotto la serie sembra quello più banale di tutti ( e non che Renny Harlin nè Len Wiseman siano mai sembrati gran cosa....),"Die Hard-Un buon giorno per morire" si sviluppa,in pratica,su tre scene d'azione,con una trama esilissima e senza gran nerbo,tra un inseguimento interminabile tra McClane senior e il figlio,per le strade della capitale russa,una resa dei conti all'ultima pallottola in un deposito di scorie nucleari,e il finale che vede coinvolto un elicottero da combattimento.Se il quarto,pur esageratamente inverosimile,e procedente per accumulo di spacconate,aveva comunque un ritmo sostenuto,qui si va sul garantito ma prevedibilissimo,forse addirittura siamo ad un livello di esagerazione minore,ma basti Willis che,arrivato da poco a Mosca,in una città che conta quindici milioni di abitanti,ritrova quasi subito il figlio evaso da un'aula di tribunale,per dire la pochezza dell'inventiva di chi ha sceneggiato questo episodio di troppo delle avventure stanche per quanto energiche di un personaggio che ha figurato ben altrimenti.Se lo stagionato Bruce ci mette mestiere,e tutto sommato se la cava,il lanciato Jay Courtney,che abbiamo già visto coinvolto in cose russe in "Jack Reacher",non sembra granchè espressivo,e Moore,che aveva convinto già poco con "Max Payne",non fa di meglio,dirigendo questo lungometraggio,che,costato 90 milioni di dollari,in USA è quello che ha incassato meno degli altri quattro,con 65,ma in giro per il mondo,Cina compresa,è già oltre i 260.Scommettiamo che verrà trovato il verso di dare una sesta avventura a McClane?

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