domenica 30 giugno 2013


VIVA L'ITALIA (I,2009)
DI MASSIMILIANO BRUNO
Con RAOUL BOVA,ALESSANDRO GASSMAN,AMBRA ANGIOLINI,MICHELE PLACIDO.
COMMEDIA
Uscito sull'onda del buon successo di "Nessuno mi può giudicare",che fu tra i titoli baciati dal favore con cui il pubblico italiano premiò molte commedie di casa due stagioni or sono,"Viva l'Italia" è uscito prima delle elezioni dello scorso Febbraio,andando a nozze con lo scontento che ha caratterizzato appunto questa tornata elettorale:e lo fa fin dall'apertura,con il regista Massimiliano Bruno che,nelle vesti di un conduttore televisivo,annuncia che la Costituzione italiana è un testo comico,e che la realtà si fa beffe della carta su cui è fondata la nostra Repubblica.E,visto che il regista,al secondo film diretto,la butta in commedia puntando il dito su diversi malcostumi di questo Paese,parlando di corruzione,nepotismo,clientele,mala politica,cose che non funzionano in ogni dove,diciamo che ha peccato un bel pò di presunzione,probabilmente in buona fede,e già dall'inizio,con lo spernacchiamento di uno dei testi più importanti d'Italia,la sua opera seconda si presenta in maniera poco bella.Per poi finire a tarallucci e vino,con il politico corrottissimo,che dopo una malattia che l'ha reso senza i filtri delle bugie che si scopre con un fondo onesto,rimette a posto la famiglia e i figli che erano più che fratelli coltelli,e si autodenuncia pubblicamente.Ma che ci viene a raccontare,Bruno?Situazioni sempre quasi a un passo dalle fictions domenicali della prima serata Rai,battute telefonate,e quando i giovani si rimboccano le maniche fieramente,suonando l'ora della riscossa,che fanno?Prendono e ricattano i rappresentanti,infami,delle vecchie generazioni che abusano il potere che hanno e bloccano loro ogni possibilità.E chi ci dice che un domani,vista la disponibilità a usare certi metodi,non siano loro dall'altra parte e siamo al punto di prima?Facilone,abbastanza superficiale,"Viva l'Italia",rispetto al film precedente di Bruno,che aveva i suoi difettucci (la prostituzione per recuperare da un punto di vista economico era vista come un espediente accettabile),però perlomeno suscitava qualche risata:nel cast,costretto quasi tutto in personaggi non scritti benissimo,spicca il mestiere di Michele Placido,che si cala con disinvolta sfacciataggine nel suo politico balordo e sboccato.


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