venerdì 28 giugno 2013



GANGSTER SQUAD (Gangster Squad,USA 2013)
DI RUBEN FLEISCHER
Con  JOSH BROLIN,RYAN GOSLING,SEAN PENN,Emma Stone.
AZIONE
Il cinema,si sa,rilegge in un senso o nel suo contrario i fatti storici,se ne vuol parlare,e fanno da sfondo o soggetto per le storie che racconta:e,appunto,vicende realmente accadute rivivono sullo schermo come sceneggiatori e registi le interpretano o vogliono raccontare al pubblico.Mickey Cohen,per esempio,che essendo stato un gangster di una certa fama,una brava persona non deve esserlo stato,ma in "Bugsy",che rischiò di vincere l'Oscar,nella versione interpretata da Harvey Keitel era rozzo e brusco,ma anche molto meglio del resto della paranza dei "big mobsters",mentre in "Gangster squad",nella chiave scelta da Sean Penn per impersonarlo,è un efferatissimo e truce despota,cui l'attore,in un accesso di overacting solitamente non così suo tipico,presta ghigno e furore.Il film diretto da Ruben Fleischer,che era annunciato tra i kolossal della stagione ora al termine,non ha riscosso il successo preventivato,e sì che puntava su un cast di stelle in ascesa (Josh Brolin,Ryan Gosling,Emma Stone) e appunto una star vincitrice di due Oscar come cattivo de luxe:in una cornice stilizzatissima,che fa apparire il film una mistura costosa de "Gli intoccabili","L.A.Confidential" e "Dick Tracy",per la connotazione quasi cartoonesca di caratteri e ambientazione,sbirri e malavitosi perpetrano la medesima violenza,anche se "a fin di bene" i primi e per continuare il proprio regno criminale gli altri.Ma se i metodi dei "buoni" sono in tutto e per tutto uguali a quelli dei villains,è lecito pensare che la sceneggiatura,in nome del ripristino della legge e dell'Ordine costituito,indulga a uno squadrismo senza se e senza ma,che non può non suscitare qualche brivido alla schiena di chi pensa che uno stato democratico sia la miglior forma possibile di società.Se Penn viaggia sull'onda di un istrionismo fin troppo marcato,Brolin,Gosling e gli altri non escono dalla bidimensionalità di personaggi che sembrano scritti per le strisce a fumetti.E,sebbene si apprezzi la discreta confezione del lungometraggio,lasciano perplessi falle enormi di sceneggiatura,come la ritorsione di Cohen verso la squadra di giustizieri,che è segreta e,visto che non ci sono spie nella storia,non si capisce come il gangster sappia chi colpire e dove.

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