venerdì 5 ottobre 2012


IO HO PAURA (I,1977)
DI DAMIANO DAMIANI
Con GIAN MARIA VOLONTE',Erland Josephson,Angelica Ippolito,Mario Adorf.
DRAMMATICO
Brigadiere con una vita sociale scombinata,Luciano Graziano è un uomo che non sa tenersi un qualsiasi rapporto,nè sentimentale,nè umano,con un evidente peso interiore,ma è un poliziotto bravo:affidato a fare da scorta ad un giudice onesto ma un pò ottuso e profondamente cattolico,incapace di captare i segnali di corruzione intorno a sè,non riesce a salvarlo da un agguato in cui rimane egli stesso ferito.Affidato ad un secondo magistrato caratterialmente all'opposto,verrà condotto dall'istinto a scoprire cose amare,e giocare allo stesso gioco dei malavitosi che hanno ordito una trappola per lui. Nel cinema di Damiano Damiani è chiaro il pessimismo di fondo,ma anche l'ostinazione nella necessità di combattere con ogni mezzo,anche il cinema,la rassegnazione al Potere sinuoso del malaffare:"Io ho paura" è un lavoro del regista friulano che conobbe più sfavore di altre sue pellicole,probabilmente perchè "sparava alto" e in sè ha maggiori ambizioni di altri capitoli della sua filmografia.Forse il difetto maggiore di "Io ho paura" è lo stare nel mezzo tra il metafisico di "Cadaveri eccellenti" e il thriller politico che non disdegna puntate nell'azione tipico del cinema di Damiani,però Volontè è bravissimo a rendere un personaggio rozzo,scontroso,eppure dotato di un'intelligenza istintiva viva che lo renderà un osso duro per chi vuole eliminarlo,e il quadro sconfortante dei livelli della mafia che si possono permettere di giocare pedine impensate è ben dipinto.Aiutato anche da presenze di spicco quali un disinvolto Mario Adorf ed un trattenuto,compassatissimo Erland Josephson,può essere accettato come documento su anni che appunto pesavano come piombo sulla Storia del nostro paese.E,una volta di più,va sottolineato quanto manchi oggi questo tipo di cinema medio.

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