sabato 26 ottobre 2013


GAMBIT (Gambit,USA 2013)
DI MICHAEL HOFFMAN
Con COLIN FIRTH,CAMERON DIAZ,Alan Rickman,Tom Courtenay.
COMMEDIA
Il remake della black comedy anni Sessanta ai fratelli Coen non dispiace affatto,come ricordiamo la versione anni 2000 de "La signora Omicidi":questa volta non dirigono,ma hanno scritto la sceneggiatura del rifacimento di "Gambit",giallo rosa con Shirley MacLaine e Michael Caine,uscito nel 1967.In questo,l'esperto d'arte Colin Firth escogita una truffa laboriosa da perpetrare al suo principale,il ricchissimo,cialtrone ed eccentrico uomo d'affari Alan Rickman,che colleziona opere con nonchalance:l'esperto,alleato con il falsario cui dà volto Tom Courtenay,ingaggia una bella texana che prende cavalli al lazo nei rodei,e la fa passare come proprietaria di un capolavoro di Monet,che deve essere acquistato dal magnate.Ovviamente,il piano non andrà come previsto,anche se le sorprese non mancheranno.Sulla carta,buoni interpreti,un soggetto già noto (anche se il film del '67 è oggi pressochè dimenticato),e una discreta produzione per allestire questa commedia.Ma il ritmo,che in un film del genere,può rappresentare un'arma in più,non è mai sostenuto,i personaggi chiacchierano anche troppo,e situazioni che fanno esprimere allo spettatore più di un sorriso moderatamente divertito sono troppo rade.Nonostante la Diaz abbia tempi da attrice brillante di gran scuola,e,oltrepassata la quarantina,si mostra ancora più affascinante di prima,Rickman ci sguazzi in una parte da sciroccato e sprezzante,e Firth,in un ruolo impersonato con uno stile che lo fa sembrare una versione moderna di Jack Lemmon,siano attori di razza, (sul tedesco impersonato da Stanley Tucci,altro carattere da includere nella galleria di un interprete bravissimo,ma da un pò troppo incline alla macchietta,meno l'entusiasmo),la regia di Hoffman è appena diligente,e la sceneggiatura difficilmente trova il verso di appassionare il pubblico.Appena gradevole,ma con un retrogusto di stantìo,che non gli dà smalto.

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