mercoledì 30 ottobre 2013


CINQUE BAMBOLE PER LA LUNA D'AGOSTO
(I,1970)
DI MARIO BAVA
Con IRA FURSTENBERG,WILLIAM BERGER,EDWIGE FENECH,HOWARD ROSS.
THRILLER
Sulla falsariga,un pò consunta,di "E poi non ne rimase nessuno",o "Dieci piccoli indiani",che dir si voglia,un gruppo di annoiati benestanti,alla moda e ben vestiti o fisicamente assai piacenti,le donne soprattutto,si sollazzano tra giochetti perversi (una finta uccisione,con tanto di coltelli veri in mano a tutti) e intrallazzi carnali vari,finchè non si comincia a morire sul serio,e i cadaveri da mettere in ghiacciaia fino al ritorno della barca di uno dei partecipanti alla vacanza non fa ritorno:titolo oggi considerato sicuramente più importante di quando è uscito,per il riflusso delle rivalutazioni,spesso anche eccessive,di molta serie B e C del cinema del passato,"5 bambole per la luna d'agosto" è uno dei peggiori lavori,meno ispirati,del cinema di un artigiano che aveva trovato una sua umile dimensione autoriale:la mano del regista de "La maschera del demonio" si riscontra solo nei controcampi del prefinale,in cui viene chiarito chi è l'assassino,anche se la spiegazione non è completa,e si prolunga nel finale che vorrebbe essere beffardo,e invece è solo un ulteriore,fiacco,inciampo.La Fenech viene indicata come protagonista,perchè è l'unico nome che sia stato riconoscibile a posteriori dal grande pubblico,ma è una comprimaria,qui:le grazie femminili,tra fugaci apparizioni di seni e accenni lesbo,servivano ad attirare spettatori,ma la storia non gira manco a spingerla.Recitazione non pervenuta,dialoghi che fanno quasi pensare a un nonsense non voluto,delitti scoperti senza provocare alcuna suspence,e una sensazione di noia che cresce con lo scorrere dei minuti.

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