mercoledì 30 ottobre 2013


COME UN TUONO (The place beyond the pines,USA 2012)
DI DEREK CIANFRANCE
Con RYAN GOSLING,BRADLEY COOPER,Eva Mendes,Rose Byrne.
DRAMMATICO
Di Derek Cianfrance,che diversi critici cominciano a ritenere un potenziale autore interessante,è la prima pellicola che giunge da noi,e difatti a ruota ha avuto distribuzione il titolo precedente,"Blue Valentine",sempre con Ryan Gosling nel cast.Qui si consuma,in tre atti come si conviene alle tragedie classiche,una storia di paternità rifuggite o arrogate,e di figli che continuano i conflitti avviati dai padri,negli anni e nelle stagioni della vita.Il motociclista-saltatore ipertatuato e fisicamente pompatissimo Gosling fa parte di una sorta di circo itinerante,e scopre che la ragazza bazzicata in una tappa del tour ha avuto un figlio da lui,ma ora vive con un uomo,e ha messo su famiglia:per improvviso scrupolo,si mette in testa di rivendicare il difficile esercizio di genitore,e provvedere anche economicamente alla gestione del bambino,ma i soldi corrono via,ed allora si mette a fare rapine,in società con un altro mezzo balordo.Come avviene spesso in questi casi,la violenza si affaccia presto e cambia il corso delle cose:interviene un poliziotto giovane e ambizioso,che ha in mente di far carriera come procuratore,e lo scontro inevitabile tra i due uomini,avrà risonanza anni dopo,tra i loro figli,come un'eredità di sangue ed un retaggio di aggressività ineludibile."Come un tuono" si svolge in un arco di tempo di quasi vent'anni,fa finta per un terzo di film di essere un crime movie,e sfocia senza riguardi nel melò,virato al maschile:un pò troppo lungo per quel che racconta,ma non disdegna ritratti dei personaggi accurati,e sottolinea come la fuga dalle responsabilità possa portare a scelte scellerate che poi si pagano,e quindi in dirittura d'arrivo,si può parlare di racconto morale.Gosling dona la sua noncurante apparente flemma,che prontamente si traduce in scatti d'ira,come gli abbiamo visto fare in altri film,Cooper si addossa la parte più scavata,e sospesa tra egoismo e ideali,ambizione e inquietudine:Cianfrance deve limare qua e là,non lascia che l'emotività sia ridondante,dirige bene gli attori,e lascia spesso presagire,nel corso del racconto,che le cose possono andare a peggiorare.Nota a margine:tempo fa,ai tempi dell'uscita di "John Rambo",notai che alcune recensioni lette sul film non riportassero granchè bene la trama,ed è successo anche per questa pellicola,in cui si parla di un conflitto tra i due personaggi principali (che nell'ultimo segmento di storia lasciano spazio per motivi abbastanza ovvi ai due ragazzi che interpretano i figli),mentre in realtà i due si incontrano per caso,e l'attrito tra loro,benchè decisivo,dura lo spazio di una scena.Domanda:ma li vedono,i film,i recensori,o qualcuno approfitta delle agevolazioni della Rete per saltare il turno e dedicarsi ad altro,tirando le somme su una media di giudizi?

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