giovedì 11 luglio 2013

NESSUNA VERITA' ( Body of lies, USA 2008)
DI RIDLEY SCOTT
Con LEONARDO DI CAPRIO, RUSSELL CROWE, Mark Strong, Golshifteh Farahani.
DRAMMATICO/AZIONE
Dalla fine degli anni Novanta Ridley Scott si è messo a lavorare con frenesia, girando in otto stagioni otto film, un episodio di un progetto corale sui disagi dell'infanzia nel mondo, e ritoccando la riedizione definitiva di "Blade Runner": a settantun anni l'autore di "Alien" sembra voler puntare all'Oscar da sempre negatogli, a parte un paio di nominations, anche se si sa che l'Academy difficilmente è equa e premia il film "giusto" di un regista importante. Per la quarta volta ingaggiato Russell Crowe ( e la quinta sarà "Nottingham", rilettura della leggenda di Robin Hood dalla parte dello sceriffo cattivo, in uscita in USA a novembre 2009) e per la prima Di Caprio, Scott ha girato un thriller drammatico con corpose scene d'azione, su due dipendenti della CIA, uno a dettare gli ordini, anche i più spietati, dall'ufficio e dal giardino di casa, l'altro a tentare di salvare la pelle tra una missione segreta e l'altra. A differenza delle avventure di 007( e comunque dall'avvento di Craig l'aria è cambiata sensibilmente), le spie qui fanno un lavoro sporco, giocano di bluff, sono responsabili di uccisioni e stragi, e addirittura ordiscono falsi attentati utilizzando cadaveri prelevati negli obitori ( la scena che fa più riflettere dell'intera pellicola). Scott, si sa, è un virtuoso della ripresa, eil suo cinema, per chi ama la magia del grande schermo, non lascia indifferenti: su una sceneggiatura di buon livello ma con troppa prevedibilità per sorprendere durante il racconto, rimane un parziale dubbio se il film sia troppo ponderato e a tesi per essere un action, se sia troppo movimentato per essere interpretato come una riflessione su meccanismi enormi e distruttori come lo spionaggio di quest'era, con annessi tutti i pro e contro della tecnologia. Anarchico onesto, Scott ci aveva già detto con "Le crociate", e questo vada a suo merito, che la situazione in Medio Oriente se gli atteggiamenti di tutti non cambiano, il sangue continua a scorrere e ogni equilibrio raggiunto è inutile per la complessità e la conflittualità che fermentano tra le popolazioni: se DiCaprio esprime bene le ambiguità e il tormento del proprio personaggio, Crowe sembra meno in palla del solito, e comunque il suo ruolo poteva essere interpretato da un buon caratterista, senza scomodare una star così costosa.

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