giovedì 1 marzo 2012


WAR HORSE ( War horse,USA/GB 2011)
DI STEVEN SPIELBERG
Con JEREMY IRVINE, Peter Mullan,Emily Watson,Niels Arestrup.
DRAMMATICO
Trattato dai recensori perlopiù come una sorta di sprofondamento in melassa disneyana da parte di un "ex" garanzia per il botteghino,un regista a cui è stato affibbiato un termine come "bollito" da firme illustri,"War Horse" è il secondo film consecutivo che in effetti non funziona ,in termini di introiti,come ci ha abituato da quasi quarant'anni l'autore di "E.T.".Ma se "Tin Tin" è apparso un divertissement curatissimo ed estroso,chi ha amato il cinema di questo esploratore di sentimenti e visioni non può non sentir battere il cuore per questo suo ultimo lavoro. Perchè "War horse" è sì un lungometraggio che più classico non si può,con la sua mole da romanzone che narra un'epopea vera e propria (ma sono due ore e mezza di proiezione che al sottoscritto sono volate in un crescendo emozionale),e l'accenno al cinema di zio Walt,con quel papero che funge da cane da guardia ad inizio film,c'è,eccome:ma bisogna esser ciechi e in vena di astio gratuito per non riconoscere gli omaggi,dichiaratissimi,a Milestone,a Ford e a tanto altro cinema di serie A.E,soprattutto,c'è da dire che questo è una poesia in celluloide,un'opera che va letta con il cuore,oltre che con gli occhi:quel cavallo che inseguito da un carrarmato assurdamente protervo a schiacciarlo,e che si erge con tutta la sua nobile fierezza è la Vita che si oppone alla Guerra,come chi non accetta una sorte crudele e con la sola forza dello spirito rompe ogni prevedibile pronostico pessimista,e vuole vedere un giorno ancora nascere e morire,quella galoppata infinita lungo le trincee nell'infuriare della battaglia è un inno alla Bellezza contro la bruttura idiota e senza grazia dell'ottusità umana.E ancora,quel patto di non belligeranza tra nemici solo perchè ordinati tali per liberare quella creatura foriera di Grazia nello strazio,è una sublimazione della bonta nell'animo umano rintracciabile,pur quando tutto sembra impazzito e avviato alla distruzione. Difficilmente al cinema si è visto sia quanto crudele,abietta e spietata possa essere l'umanità ed invece nobile,animata da un commovente ,toccante empito nella ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere sia la stessa,la dualità dell'Uomo,belva senza cuore ed essere capace di cose straordinarie e generose. Un cast composto da attori interessanti e presi dal meglio d'Europa accompagna un racconto epico e rapsodico ad un tempo,in cui un animale nato "speciale" introduce a tanti episodi e personaggi che raccontano altrettanti modi di vivere il conflitto,nella fattispecie la I Guerra Mondiale,la citazione d'obbligo per un Niels Arestrup meraviglioso,a cui viene affidato il punto di vista del regista:un uomo che ha rifiutato la violenza della guerra facendo marmellate per vivere,che spiega alla nipote fragile,che ama come una figlia,come ci voglia più coraggio a voler sopravvivere che a sparare.Quando,come capitò anche per "L'impero del sole",gli anni riconosceranno l'importanza di questo grande film,che instilla una commozione profonda in chi lo guarderà senza cinismo, e con la voglia ancora di vedere sogni farsi cinema,avrò il piacere di veder riconosciuto qualcosa che va molto vicino ad un capolavoro.

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