venerdì 22 febbraio 2013


ZERO DARK THIRTY (Zero Dark Thirty,USA 2012)
DI KATHRYN BIGELOW
Con JESSICA CHASTAIN,Jason Clarke,Kyle Chandler,Mark Strong.
DRAMMATICO
Il primo film post-Oscar per la prima donna premiata con la prestigiosa statuetta,è ancora una volta un lavoro che fa e farà discutere. "The hurt locker" centrava un problema non considerato,la fronte-dipendenza per soldati che si ritrovavano alienati una volta rientrati dalla guerra,qui si racconta dall'appena dopo l'11 Settembre al giorno dopo l'uccisione di Osama Bin Laden nel suo covo,da parte degli uomini dei Navy Seals,una caccia all'uomo che procede faticosamente e con vittime varie,sullo sfondo delle due guerre scatenate in Afghanistan e Iraq,per dieci anni all'attacco della scala gerarchica di Al Qaeda,portata avanti da una donna che è riuscita a trovare il percorso per giungere al capo dell'organizzazione terroristica.Candidato anche questo a numerose statuette,tra cui miglior film,attrice protagonista e sceneggiatura originale (ma non la regia,curiosamente),è un lavoro intenso,ben recitato (ottima Jessica Chastain,che qui è meno femminile che mai,apparendo anche spossata e sfibrata,con un'unica lacrima finale che potrebbe venire da un senso di liberazione come di vuoto....)che racconta un pezzo di Storia recentissima con i limiti del caso,perchè è difficile,sulle cose recenti,una valutazione oggettiva dei fatti,"Zero Dark Thirty" (è la parte finale dell'operazione,l'incursione ed eliminazione di Bin Laden,come chiamata dai militari) è un lungometraggio fatto benissimo,ben scritto e girato,ma che politicamente risulta ancora troppo fazioso,dato che la tortura perpetrata dagli agenti CIA è inquadrata come un ineluttabile sistema di giungere alle informazioni,si parla di guerra al terrorismo,e vengono mostrati i danni devastanti delle azioni di Al Qaeda (l'11 Settembre,però,è presente solo in forma sonora nei veri comunicati via telefono di quel giorno):solo che l'ira sistematica di Bush e degli USA viene considerata una pratica inevitabile per pareggiare i conti,e questo rende il film difficile da accettare con convinzione.Pur considerando che si narrano fatti realmente avvenuti,che non ci sia superficialità nella sceneggiatura,il nuovo film della Bigelow giustifica fin troppo i mezzi sanguinari adoperati per giungere al fine che conosciamo(la guerra,Falluja,i bombardamenti sugli iraqeni e sugli afghani dove sono,se si voleva essere obiettivi fino in fondo?).Con tutto il rispetto,è bene ricordare la strategia appaltatrice della cricca Bush II,che puntava a conquistare e rifare l'Iraq e l'Afghanistan avendo messo in preventivo i dividendi per Rumsfeld,Cheney & Co.,senza tener conto delle difficoltà che avrebbero potuto sorgere,in nome di profitti miliardari,vedi riserve petrolifere e acquifere,nonchè il controllo degli oppiacei anche per le case farmaceutiche.E in tutto questo,rimane da eccepire,altrochè.

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