venerdì 8 febbraio 2013

LES MISERABLES (Les Misérables,GB 2012)
DI TOM HOOPER
Con HUGH JACKMAN,RUSSELL CROWE,Amanda Seyfried,Anne Hathaway.
Per questa edizione la Academy ha puntato su due colossi a sfondo storico e una pellicola sempre con la Storia,anche recentissima,alle spalle(ma non sono escluse sorprese,si sa):"Lincoln" e "Les misérables" con ampio numero di nominations se la giocheranno con "Zero Dark Thirty",lavoro di Kathrin Bidgelow sulla caccia a Osama Bin Laden.La trasposizione del musical tratto,a sua volta,dal capolavoro di Victor Hugo,dopo aver mietuto applausi e consensi per anni dalle platee internazionali,arriva diretta dal Tom Hooper vincitore dell'Oscar due anni or sono per "Il discorso del re",e interpretato da Hugh Jackman nel ruolo sofferto di Jean Valjean,Russell Crowe in quello dell'accanito ispettore Javert:magniloquente nelle scenografie,la ricostruzione di costumi e sfondi è imponente,e di Hooper va detto che ha un gran senso scenico,uno stile di inquadratura geometrico e sontuoso,già evidenziato nel suo lavoro precedente.E' stata scelta una chiave tutta cantata,salvo qualche scampolo di dialogo,qualche frase in mezzo alle arie,con un approccio che tende all'opera:in questo senso,Jackman,pur con uno stile all'antica,ha la meglio sul volenteroso ma meno dotato di estensione vocale Crowe.Dal punto di vista recitativo,tra le due star australiane,più ampie le possibilità,dal furente all'afflitto,dal nobile all'impietosito per il primo,più irrigidito il secondo (ma è anche il ruolo che lo richiede),mentre le attrici scelte onorano la parte affidata con uno spiccato coinvolgimento che ne esalta la bravura canora,dalla Hathaway alla Seyfried,senza dimenticare Samantha Barks e Helena Bonham-Carter (gustoso il numero della locanda con Sacha Baron-Cohen su "Master of the house").Nel complesso lo spettacolo c'è,anche se Hooper,alle prese con un testo ricco di impeto non sempre riesce a coinvolgere a livello emotivo lo spettatore,e sì che racconta una vicenda ricca di dramma e pathos,di emozione e passioni.E in un racconto in cui la nobiltà d'animo può sorgere in chiunque (Javert che ha gli occhi lucidi di fronte al cadaverino di Gavroche),e la grettezza vista come Male assoluto che fa lasciare soli gli insorti,e alla deriva chi viene considerato il più sventurato delle comunità,dare peso ai minuti di presenza effettiva a Anne Hathaway per valutare o meno se è giusta la sua candidatura a un premio sa di altrettanto gretto.Nella sua prova,l'attrice dà un esempio di adesione al ruolo da manuale,coraggiosa e ammirevole:e quando intona "I dreamed a dream".e muove lo spettatore alla compassione per una creatura vinta dalla miseria,dall'ignoranza e dalla cattiveria,stritolata dai meccanismi di una società iniqua, l'opera vola,stringe allo stomaco e induce ad una commozione sincera,senza ritegno,che vale la visione dell'intero film.

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