UNA NOTTE DA LEONI 3 (The Hangover part III,USA 2013)
DI TODD PHILLIPS
Con ZACH GALIFIANAKIS,BRADLEY COOPER,ED HELMS,Jamie Cheung.
COMMEDIA
I manifesti hanno annunciato che è "l'epico finale della trilogia",e in effetti,pur con uno spiraglino lasciato aperto per eventuali sviluppi successivi,sembra che forse sia l'episodio definitivo della serie inaugurata da "Una notte da leoni" nel 2009,che sorprese per la mistura di commedia demenziale e sequenze d'azione,con il meccanismo-rompicapo della ricostruzione degli eventi a fatti compiuti,da ricomporre prima che il tutto si trasformi in un disastro totale.Questa volta si torna a Las Vegas,dove tutto cominciò,ma non c'è una notte brava da ricostruire,e il matrimonio imminente viene annunciato solo nelle scene finali:nel prologo l'amico/nemico del "branco" protagonista,il gangster cinese Mr.Chao riesce a fuggire dalla prigione thailandese in cui era stato messo,e Alan,il matto del gruppetto,ha combinato un altro bel casino,per cui deve essere accompagnato in una comunità di recupero,ma mentre gli amici di sempre lo accompagnano,vengono fermati dagli sgherri di un boss rivale dell'asiatico,che obbliga Alan,Phil e Stu a infilarsi in una faccenda rischiosa.Lo sforzo di fare qualcosa di diverso si percepisce,e gli incassi hanno premiato questo atto terzo delle avventure dei personaggi che hanno fatto la fortuna di Todd Phillips e compagnia bella,ma se il numero 2 era stato brutto,volgare e noioso,qui siamo ad un livello appena superiore,ma si affonda nell'autoreferenzialità,si ritorna a utilizzare schemi già conosciuti,con il risultato di una ripetitività di fondo abbastanza consistente.Zach Galifianakis,qua più al centro del racconto che nei due capitoli precedenti,non ripete l'exploit che aveva suscitato simpatia del primo film,Cooper e Helms stanno troppo sullo sfondo,con probabile svogliatezza,parendo presenti più per obbligo contrattuale che per altro,e il cinese Jamie Cheung è più noioso che mai,strepitando con fare lascivo per tutto il tempo che è in scena:l'attore migliore in scena è il "villain" John Goodman,che fa il numero di un eccentrico gangster con divertita e sorniona professionalità.Più che di conclusione epica,si potrebbe parlare di sollievo finale.E basta,davvero.
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