venerdì 28 febbraio 2014


SOTTO UNA BUONA STELLA (I,2014)
DI CARLO VERDONE
Con CARLO VERDONE,PAOLA CORTELLESI, Tea Falco,Lorenzo Richelmy.
COMMEDIA
I film di Carlo Verdone,solitamente premiati al botteghino,a parte un paio di rarissime eccezioni,si possono dividere,un pò grossolanamente,in tre categorie:ci sono i film verdoniani di cui si tramandano da anni e anni le battute,perchè più giocati sulla leggerezza e sui giochi di parole,quelli in qualche modo di transizione,meno memorabili di altre sue pellicole (ci mettiamo "Il bambino e il poliziotto","Grande,grosso e Verdone",e "C'era un cinese in coma",per esempio),e quelli che approcciano tematiche più serie,ma in qualche modo non centrano l'obiettivo e rimangono a metà strada tra il film riuscito e l'ambizione non realizzata."Sotto una buona stella" forse fa parte di quest'ultima categoria.E' vero che Verdone è rimasto tra i non molti,in Italia,a cercare un equilibrio tra cinema dai potenziali ottimi incassi e un occhio alle problematiche più consistenti:ne è prova il piuttosto riuscito "Posti in piedi il paradiso",e qui gli accenni a disoccupazione,crisi di sistema e di collocazione anche delle varie generazioni,ci sono.Si sorride,ma non spesso,e il gioco d'attori tra Verdone e Paola Cortellesi è più volte uno dei punti di forza del lungometraggio:però,ad essere onesti,non si può dire che "Sotto una buona stella" rimarrà come uno dei lavori migliori del regista e attore romano.C'è un pressapochismo,nel descrivere la situazione ingarbugliata della famiglia disfunzionale protagonista,insolita,per la cinematografia di Verdone,e anche la recitazione di più interpreti non è proprio impeccabile(Tea Falco,che ci era piaciuta in "Io e te",qua delude alquanto).Inoltre,si approda al finale con una sensazione di tirato via che non fa bene all'intera pellicola:e spiace dire questo,perchè le intenzioni erano buonissime,è apprezzabile il voler portare il discorso su argomenti come quelli sopra citati.Ma in una casa che sembra il set di una normale sitcom della tv generalista,con una sala centrale che fa da teatro a buona parte del racconto,dei disoccupati che non si curano granchè di cercare occupazione,e conducono comunque una vita non propriamente al risparmio,cercare tracce di oggettiva verità non è semplice,e il filmetto non è sgradevole,ma non dice grandi cose.

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