WOLVERINE-L'immortale (The Wolverine,USA 2013)
DI JAMES MANGOLD
Con HUGH JACKMAN,Hiroyuki Sanada,Tao Okamoto,Rila Fukushima.
FANTASTICO/AZIONE
Gli artigli sfrigolano ancora,e Hugh Jackman,a 45 anni torna a indossarli per l'ennesima volta (ma non ultima,come minimo c'è ancora un capitolo che lo riunisce agli altri X-Men...) ,trasferendosi in Giappone,come ricordano i molti fans di Wolverine,in una delle sue avventure più epiche e memorabili:per il cinema,tale saga è stata variata,ma restano la tentazione di perdere l'invulnerabilità che è una sostanziale condanna a sopravvivere sempre e comunque,un nuovo trasporto sentimentale difficile da seguire,anche per i tormenti del dopo-Fenice Nera,e lo scontro con il colossale Silver Samurai.Il primo spin-off diretto da Gavin Hood non aveva convinto a fondo numerosi sostenitori del mutante più amato al mondo,e dopo quattro anni,eccolo di ritorno sotto la regia dell'eclettico James Mangold,in un'avventura ad alto tasso di spettacolarità,che viene fatta cominciare sotto il fungo atomico di Nagasaki e fatta finire nel Giappone odierno."Wolverine-L'immortale" è più riuscito nella risolutiva parte seconda che nella prima,in cui a un inizio interessante (ricordiamoci che è uno dei pochi film USA a mostrare la vergogna inumana del bombardamento nucleare del Giappone...) fa seguire una presentazione degli avvenimenti non oliatissima,che va avanti qua e là con qualche affaticamento.Poi,quando l'eroe tira fuori di nuovo la sua parte bestiale il ritmo si fa più sostenuto e la pellicola più coinvolgente,imbroccando una via epica allo scatenarsi della natura belluina di Logan-Wolverine,qua e là strizzando l'occhio a pellicole come "Si vive solo due volte","Kill Bill" e "L'ultimo samurai".Jackman impersona con aderenza ormai spontanea il personaggio Marvel,e Mangold,che ha il difetto di essere fin troppo eclettico,avendo in carriera realizzato commedie sentimentali,drammi polizieschi o sui disagi psicologici,o ancora thriller-rompicapo,nel dipingere la caduta e resurrezione dell'artigliato spaccatutto trova la chiave giusta prediligendo l'azione all'implosione psicologica del protagonista.
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