lunedì 12 agosto 2013



TUTTO TUTTO,NIENTE NIENTE (I,2012)
DI GIULIO MANFREDONIA
Con ANTONIO ALBANESE,Fabrizio Bentivoglio,Teco Celio,Lunetta Savino.
COMMEDIA
Benchè non abbia avuto recensioni particolarmente favorevoli,il seguito di "Qualunquemente" si è piazzato comunque tra i primi venti incassi della stagione 12/13,il che può far pensare che potrebbe esserci un ulteriore sviluppo dei personaggi portati al successo in tv da Antonio Albanese.Visto questo "Tutto tutto niente niente",si auspica,però,che ciò non accada.Stavolta in scena,oltre che il malandrino Cetto LaQualunque,ci sono Frengo Stoppato,divenuto un guru di non si sa bene quale religione che ricorda le comunità in salsa hippie degli anni Settanta,e Dolfo Villaretto,veneto xenofobo che però proprio con l'ìmport di immigrati irregolari si guadagna da vivere:i tre sono coinvolti da un sottosegretario della presidenza del Consiglio,che più doroteo non si può,impersonato da un Fabrizio Bentivoglio in vena di leggerezze,e vengono spinti sul proscenio politico per risultare,al momento giusto,validissima capri espiatori per una classe dirigente irrecuperabile.Lo spezzettamento del talento di uno dei grandi comici sorti negli ultimi vent'anni in Italia è parte del suo appeal,ma al cinema ha reso meno di quanto potenzialmente arrivato in tv:Albanese è un attore capacissimo,abile anche nelle tonalità drammatiche,ma anche qui è tenuto poco a bada da regia e sceneggiatura,e gioca senza risparmio,sprecando molto e risultando poco divertente.Qualche stoccata a Chiesa (le battute migliori) e Stato non bastano a compensare una sceneggiatura spesso soporifera,con un moralismo anche troppo facile,in cui,come si disse anche per l'altro film,che ha preceduto questa pellicola,la realtà è ancora più degna di sarcasmo riguardo l'umorismo che dovrebbe vivacizzare questo lavoro.Manfredonia confeziona diligentemente,ma senza guizzi,Paolo Villaggio compare senza profferir verbo,a simboleggiare un Potere vetusto,mangione e indifferente:ed è un peccato doverlo dire,ma forse i personaggi creati da Antonio Albanese non reggono la trasposizione dallo schermo piccolo,a quello grande.

Nessun commento:

Posta un commento