domenica 4 novembre 2012


KILLER JOE (Killer Joe,USA 2011)
DI WILLIAM FRIEDKIN
Con MATTHEW MCCONAUGHEY,EMILE HIRSCH,JUNO TEMPLE,Thomas Haden Church.
GROTTESCO/NOIR
Presentato nel 2011 a Venezia,riscontrando buone ,quando non addirittura entusiastiche recensioni,verso uno degli Autori che riformarono Hollywood negli anni Settanta,a colpi di blockbuster del tutto nuovi,come Spielberg,Lucas,Coppola,Milius e compagnia grande,"Killer Joe" è uno di quei film che porta naturalmente alla discussione,perchè spiazza,provoca,può causare confusione o anche,in qualche caso,repulsione,ma di fatto è una pellicola che sa di cinema vero:Friedkin torna a far parlare di sè i cinefili,essendo stato,negli anni,etichettato come fascista,bigotto,demodè,ma rimanendo nella sostanza un anarchico puro,capace di mandare quasi a picco la propria carriera dapprima vincendo Oscar per un poliziesco (!),e abbattendo ogni record d'incasso con un horror rimasto nei brutti sogni di tanti spettatori,e infilando successivamente fiaschi su fiaschi,per poi rilanciarsi con un cult che riscrive molto del cinema d'azione a venire come "Vivere e morire a Los Angeles".E poi altri film andati male al botteghino,a volte pure odiosi come "Regole d'onore",quasi indifendibile,per poi stupire con una pellicola caustica verso il mito americano della Famiglia,portando sullo schermo un nuovo,sorprendente,film in cui esemplari della "white trash" giustificano,con la loro assenza assoluta di valori,tale epiteto,considerando i soldi da incassare per un'assicurazione sulla vita più importanti della colpa nel commissionare un omicidio di una congiunta,e un poliziotto corrotto e assassino per denaro,che si insedia nella gaia famigliola come uomo nuovo.Per molti,l'occasione di riconsiderare un bello ritenuto più idoneo agli spot per cose da maschi che a recitare,come Matthew McConaughey ,in quello che forse è il ruolo della vita,e di sicuro è l'occasione per nuove svolte di carriera per questo interprete mai così convincente come qui;l'escalation di violenza del finale,in cui un barattolo di cibo in scatola è utilizzato come arma impropria,in un delitto collettivo che gronda sarcasmo puro,come la chiosa finale su un'inaspettata gravidanza,annunciata sul teatro di un crimine crudele e violento,è una delle mosse più audaci eppure azzeccate,come quei movimenti,nello sport,così azzardati che,se vanno male,sono sterili preziosismi,se vanno bene risultano momenti indimenticabili,e adatti solo a grandi campioni.William Friedkin crea una scena pesantissima da reggere sia per gli attori (l'invasato McConaughey,un'ancora seducentissima Gina Gershon ed un attonito Thomas Haden Church) che per il pubblico come quella dell'umiliazione sessual-machista alla colpevole nella cucina,e svirgola su un finale che lascia interdetti come uno schiaffo improvviso,in una pellicola che non può lasciare indifferenti.

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