martedì 3 aprile 2012


IL PREFETTO DI FERRO (I,1977)
DI PASQUALE SQUITIERI
Con GIULIANO GEMMA,Stefano Satta Flores,Claudia Cardinale,Francisco Rabal.
DRAMMATICO
Figura "particolare" nel Ventennio fascista,Cesare Mori fu soprannominato "il prefetto di ferro" per la rigidità e la protervia nel servire lo Stato di Mussolini,nell'aver fatto arrestare personaggi affiliati al regime,e gli venne affidata,in Sicilia,la prefettura di Palermo,per debellare la mafia:Mori compì azioni decise e fece arrestare molta manovalanza della malavita all'epoca trasmigrata dal brigantaggio all'Organizzazione vera e propria,ma quando sfiorò persone di spicco,venne fatto senatore e inviato a Roma.Dal libro omonimo di Arrigo Petacco,che sposa la tesi della rimozione di Mori in quanto fastidioso per personalità del gotha fascista,la figura di Mori viene presentata da Squitieri come un uomo coerente al proprio dovere,ligio allo Stato e nemico della corruzione:l'abuso di potere,per cui venne denunciato più di una volta,è l'altro lato dell'opera così decisionista di un funzionario simile,ed il film,che a tratti appare come un western di ambientazione siciliana,si attiene all'interpretazione di Petacco.Pur con il non raffinatissimo approccio ideologico di Squitieri,è probabilmente il suo film migliore,anche se Gemma,che all'epoca era una garanzia al botteghino,non è forse il miglior interprete per una figura storicamente complessa (sembra che non fosse così sottilmente avverso al fascismo,anche se a Bologna,dove fu prefetto prima di tornare al Sud,contenne lo squadrismo locale),rigida negli intenti,ma che qui sembra quasi meccanico nella sua imperturbabilità di base.Meglio Satta Flores nei panni del braccio destro Spanò,ma la bravura dell'attore morto sfortunatamente ancora abbastanza giovane è comprovata.In sostanza,un film in discreto equlibirio tra spettacolarità ed impegno,per quanto si possa essere in disaccordo con il cinema squitieriano.

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