giovedì 19 gennaio 2012


SHAME ( Shame,GB 2011)
DI STEVE MCQUEEN (II)
Con MICHAEL FASSBENDER, Carey Mulligan,James Badge Dale,Nicole Beharie.
DRAMMATICO
Un tempo venivano definiti erotomani,quelli che convergevano in appunto una sorta di dipendenza dal sesso,in ogni sfumatura e pronti a viverlo in ogni contesto:oggi,con riviste,attrezzatura da pornoshop,siti Internet per ogni viziarello e videochat erotiche,chi entra in un vortice del genere ha di che sbizzarrirsi,ma difficile anche che ne esca."Shame",secondo film del videoartista Steve McQueen (II), è stato presentato a Venezia lo scorso settembre portandosi via la coppa Volpi per il miglior attore,ed in effetti Michael Fassbender,appena assurto a neostar per grandi produzioni ("X-Men:l'inizio",e "Jane Eyre") ha avuto un bel coraggio a recitare il ruolo del protagonista Brandon,newyorkese di classe medioalta,che è perfettamente integrato,vive da solo e ha un ottimo stipendio,ma è un vero e proprio disadattato sentimentale,ha un bell'aspetto ma rifugge ogni potenziale coinvolgimento sentimentale al punto di bloccarsi nella prestazione se la cosa non è da "botta e via",e vive un rapporto tormentato con la sorella,abituata ai tentati suicidi,che gli piomba in casa e con la quale rischia l'incesto. Argomenti pesanti quelli presentati qui,in una storia che fa rasentare abiezione,parla di mancanza di autostima,di necessità di vivere una sfera complessa come quella sessuale solo portandola agli estremi,rischiando anche la vita ad un certo punto,perchè il personaggio principale,come in preda ad un raptus perpetuo,va ad infilarsi in situazioni rischiose. Apparentemente freddo inizialmente,racchiuso in case senza vita reale,il film è una cronaca da un inferno interiore al quale non nega uno sguardo di compassione,soprattutto nella sequenza realizzata come un film muto a colori,con il solo supplemento sonoro di un pianoforte,del ritorno a casa del protagonista con una bruttissima sorpresa nel bagno:non è solo un film sulla dipendenza sessuale,ma un apologo amaro,però non ancora rassegnato sulla condizione di solitudine di esseri umani spersi nelle moderne jungle ovattate delle grandi città,in cui è possibile accoppiarsi senza troppi problemi,ma è complicato entrare nelle vite l'uni degli altri.Strepitoso Fassbender (insieme a Ryan Gosling l'attore emergente dell'anno,di sicuro),la regia riesce a catturare luci e suoni degli angoli di una grande città mai troppo esplorata.

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