lunedì 5 dicembre 2011

RIFLESSI IN UN OCCHIO D'ORO(Reflections in a golden eye,USA 1967)
DI JOHN HUSTON
Con ELIZABETH TAYLOR,MARLON BRANDO,Brian Keith,Julie Harris.
DRAMMATICO
Dal  romanzo omonimo di Carson McCullers,John Huston trasse questo dramma a sfondo militare,genere che all'epoca,in fase di Vietnam e protesta-anti conflitto ivi combattuto, era molto in voga:nevrosi,sessualità malsane o nascoste covano sotto facciate rispettabili,e le pulsioni dell'Eros,come  Freud ha intuito, se vissute male portano a gravi problemi o addirittura disastri.Le due coppie protagoniste della vicenda prevedono una moglie che disprezza il marito maggiore,reputandolo impotente,maltrattandolo anche pubblicamente e cedendo troppo agli istinti,l'ufficiale sopra citato che maschera la propria omosessualità mutandola in aggressività scatenata soprattutto nei momenti di crisi,un altro ufficiale che è l'amante più o meno segreto della prima,e la moglie di questi depressa che pare si sia mutilata i seni con le forbici,per reprimere la propria libido.Nel quadretto poco edificante,svetta il domestico filippino dei secondi,eccentrico e gay,che fa da tutore alla donna che si è ferita da sola. Huston non padroneggia benissimo il plot,si spende a volte in momenti troppo insistiti,il filippino è troppo sopra le righe e reso in maniera troppo ridicola,l'accelerazione finale verso la tragedia,subodorata fino dai primi momenti,è spiccia.Certo,ha fior d'attori in mano,e Brando svetta comunque in un periodo per lui poco felice,appena prima della grande crisi da cui risollevò con "Ultimo tango a Parigi" e "Il padrino":ed il film è avanti a livello di problemi posti,e squarcia ipocriti giri di parole su una condizione che già James Jones in "Da qui all'eternità" aveva buttato in faccia agli americani,quella dei "bravi soldati" che oltre la dimensione delle uniformi pulite e ben tenute nascondono vizi,frustrazioni e condizioni morali piuttosto discutibili.Però il film non è tra le migliori cose del regista di "Moby Dick".

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