sabato 19 aprile 2014



THE COUNSELOR-Il procuratore (The counselor,USA/GB 2013)
DI RIDLEY SCOTT
Con MICHAEL FASSBENDER,Cameron Diaz,Javier Bardem,Brad Pitt.
NOIR
Cormac McCarthy è un autore di spicco,ed è notorio che non nutra gran fiducia nella specie umana:le sue opere sottolineano spesso la vacuità degli intenti,la tendenza a favorire i cattivi istinti,e la ferocia potenziale dei nostri simili,vedi "Non è un paese per vecchi",o "The road",per fare esempi.Detto che questa è la prima volta che McCarthy scrive una sceneggiatura per il cinema,non è detto che uno scrittore acclamato e riconosciuto autore di interesse divenga automaticamente uno sceneggiatore di alta categoria.E,in effetti,tra le ragioni del perchè "The counselor" sia,ad oggi,uno dei più pesanti flop del 2014,il fatto che lo script non sia impeccabile,con qualche ellisse narrativa di troppo,e che un sostanziale slegamento,fino ad un certo punto della narrazione,tra gli snodi della vicenda,è avvertibile,sono fattori da non trascurare.C'era tutto per fare un blockbuster:un regista capace di far breccia nel grande pubblico e farsi apprezzare dalla critica,nonchè di far discutere anche in maniera accesa,un cast di stelle,una trama da thriller a tinte oscure che prometteva assai bene.E invece,il film non ha ottenuto nè un gran successo commerciale,e nemmeno il favore delle platee:semmai,ci sono stati più critici ben disposti rispetto ad altre opere di Ridley Scott,soprattutto nei tempi recenti.Certo,viene da esprimere forti perplessità assistendo alla storia di un avvocato che pensa di svoltare agganciando intrallazzi con gente vicina a un cartello della droga in Messico,e che pare non rendersi conto con chi abbia a che fare,vivendo una sorta di estasi perpetua coccolando la bella fidanzata con regali strabilianti,ma il Caso ci si mette di mezzo facendo sì che attorno al protagonista si stringa una rete mortale:sospettato di aver sgarrato,l'uomo comincia un piano di fuga,mentre chiunque sia stato in contatto con lui rischia una bruttissima fine.In effetti,vedere Michael Fassbender che per metà film se la spassa come se avesse fatto bingo,e non aver considerato gli eventuali rischi per certe frequentazioni,lascia piuttosto attoniti:patinato e avvezzo a impennate calienti (vedi l'oramai famoso "numero" di Cameron Diaz sul parabrezza della Ferrari) o accessi di violenza,il film non è male,ha un buon ritmo nella seconda parte,quando la situazione precipita,e sebbene non figuri tra i migliori risultati di Scott,si riconosce la mano dell'autore nella gestione del racconto e nella forza delle immagini,su tutte il delitto in strada di fronte a casuali spettatori impotenti.Nel cast,quattro scene scarse per Penelope Cruz,poco più per Brad Pitt,che però incide maggiormente,fin troppo clownesco Javier Bardem,meglio quando è sotto pressione che nella prima parte,svagata,Fassbender,e coraggiosa,anche se in un ruolo che è a forte rischio di ridicolo,Cameron Diaz.Pare una metafora sulla relativa scarsa intelligenza di chi pensa di poter avere il controllo delle cose,ed invece appunto basta un imprevisto a mandare in rovina ogni cosa,condita con trappole letali e con una programmazione ferina dell'eliminazione degli intralci da parte di chi,alla fine,risulta la vera anima nera della vicenda.Ma è,nella logica mccarthyana,troppo tardi perchè si possa risolvere positivamente qualcosa.

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