FANTASTIC FOUR-I FANTASTICI 4( Fantastic Four, USA 2015) DI JOSH TRANKCon MILES TELLER, KATE MARA, JAMIE BELL, MICHAEL B. JORDAN.FANTASTICO/AZIONEEsperti del box-office avevano già annunciato che la nuova versione de "I Fantastici 4" sarebbe andata a picco, commercialmente parlando: la terza (se si considera anche la versione "invisibile" di Roger Corman degli anni Novanta) volta di Mr. Fantastic & soci, la famiglia allargata più famosa del mondo a fumetti, è partita decisamente con il piede sbagliato. Infatti, il regista Josh Trank ha rotto con la Fox prima ancora di terminare il film, e quindi il montaggio che vediamo non è neanche quello voluto dal regista ( il quale ha disconosciuto il lungometraggio), e queste sono cose che, solitamente, nuocciono a qualsiasi produzione cinematografica. L'incasso attuale, globale, è di 160 milioni di dollari, non pochi, ma ben lontani dalle cifre a cui sono abituati i film di supereroi degli ultimi anni. Di Trank si era apprezzato il poco costoso "Chronicles", e in parte questo suo primo film ad alto budget ne ricalca le atmosfere, la tendenza a raccontare la vicenda straordinaria di chi la vive per caso, ma il problema principale è che per metà proiezione si è occupati a raccontare le premesse e come i quattro eroi divengono tali ( con un passo non proprio speditissimo), e poi nella seconda parte i fatti si affastellano velocemente, fino a uno scontro finale tra i FF e il Dottor Destino (la cui origine qui è del tutto nuova...) abbastanza spiccio e senza pathos, con dialoghi di poco interesse ( Reed Richards, nei fumetti uno dei più geniali personaggi della Marvel, che arriva davanti all'ex-amico, e tutto quello che sa dirgli è "Basta!!!"). Inoltre, uno dei fattori più rilevanti delle avventure dei Fantastici 4, ma anche di quasi tutto l'universo marvelliano, è l'umorismo, che qui praticamente non esiste, e "La Cosa" offre solo l'infinita malinconia della sua condizione di uomo di pietra, senza quell'energia brillante che contraddistingue il personaggio, di solito. Non è brutto come l'hanno descritto, nè il peggior film da personaggi a fumetti, come hanno sentenziato recensori, professionisti e non, anche perchè arrivare ai livelli di "Daredevil" con Ben Affleck e del secondo "Ghost Rider" ce ne vuole, però è un'occasione fallita, un kolossal con poco sapore e una spettacolarità molto relativa. E tra due anni arriva il secondo, comunque.
....E L'UOMO CREO' SATANA! (Inherit the wind, USA 1960)DI STANLEY KRAMERCon SPENCER TRACY, FREDRIC MARCH, Gene Kelly, Donna Anderson.DRAMMATICODal dramma teatrale "Inherit the wind", opera di Jerome Lawrence e Robert E.Lee, un film della stagione impegnata di Hollywood più volenterosa, ispirata e densa. Dirige Stanley Kramer, una garanzia in tal senso, e davanti alla macchina da presa va in scena una disfida tra due grandi vecchi del cinema, come Spencer Tracy e Fredric March, e un comprimario di lusso come Gene Kelly: la questione è un processo in cui un insegnante è accusato di sostenere e diffondere le teorie darwiniane ( siamo nel 1925, profonda provincia USA), e il vero conflitto è tra chi antepone la Parola di Dio davanti a tutto e non accetta gli studi della Scienza, e chi invece spinge per il progresso, e che l'uomo si evolva, consapevole delle proprie vere origini. Giocato come una lotta che si inasprisce via via che il processo va avanti, tra i due avvocati, che fuori dall'aula si trattano amichevolmente, il film ha un'ottima ambientazione, la sceneggiatura smorza la drammaticità dei toni con alcuni riflessi umoristici, e il tutto è fotografato in un luminoso, splendido bianco e nero. Ciò che rende prezioso il lungometraggio è sia quel che comunica, e la bravura sia di Kramer, nel centellinare la tensione dialettica ed emotiva, e nel saper dirigere gli attori, fondamentali in un lavoro che viene appunto, e in maniera evidente, dal teatro. Spencer Tracy sembra inizialmente quasi presente controvoglia, ma sa tirare fuori la durezza idealista del suo legale, ed è bravissimo: se possibile, ancor più notevole Fredric March, impegnato nella caratterizzazione di un uomo segretamente ottuso, ironico e facondo ufficialmente, ma stretto alle proprie insicurezze con protervia da fanatico. Meno famoso di quel che si meriti, un buon dramma processuale in chiave spiccatamente "liberal".
I DIAVOLI VOLANTI (The flying deuces, USA 1939)DI A.EDWARD SUTHERLANDCon STAN LAUREL, OLIVER HARDY, Jean Parker, Reginald Gardiner.COMMEDIA Della filmografia della coppia Laurel & Hardy, è uno dei titoli più celebri, assieme a "Frà diavolo" e altri classici in bianco e nero dei due: Ollio, per una delusione amorosa, cerca di suicidarsi, coinvolgendo anche l'inseparabile amico, ma viene consigliato, invece, di arruolarsi nella Legione Straniera. Il che avviene, ma, ovviamente, il duo saprà creare scompiglio, e infilarsi in una serie di guai. Rispetto ad altro cinema della coppia comica, è un film che cerca meno l'effetto delle gags, puntando maggiormente sulla trama, e cercando di essere una commedia, più che un film comico vero e proprio. La simpatia dei due è innegabile, ma non sempre il ritmo è sostenuto, e la storia è pretestuosa, fin troppo: è come se la vis di Stanlio e Ollio venisse tenuta a freno, e loro leggermente snaturati. Celeberrima la canzone "Guardo gli angeli...", e notevoli le acrobazie dell'aereo nella parte finale: poetica la conclusione, con Stanlio che ritrova l'amico sotto altre spoglie, una delle cose migliori della pellicola. Ma non è tra i loro lavori più riusciti.