IN FONDO AL BOSCO ( I, 2015)
DI STEFANO LODOVICHI
Con FILIPPO NIGRO, CAMILLA FILIPPI, Teo Achille Caprio, Giovanni Vettorazzo.
THRILLER
Cinque anni prima, il figlio di una coppia che vive in Val di Fassa, quattro anni di età, sparisce misteriosamente in una notte in cui viene celebrata una festa di paese con figure delle leggende locali: un giorno, il bambino, cresciuto, ritorna dal nulla, e invece di portare speranza e felicità, il suo arrivo crea tensioni fortissime, paure e disagio. Il padre era stato accusato di averlo ucciso, la moglie ha crisi di nervi, il padre della donna è convinto che ci sia di mezzo qualcosa di diabolico, e la gente della località scansa la famigliola ricongiunta. Cosa è successo davvero? Un thriller all'italiana, oggi, suscita curiosità, vista la carenza di cinema di genere: però che pochezza nella recitazione ( salvabile, ma appena, Nigro in un ruolo però monocorde), nella scrittura, nello sviluppo della storia. Un lungometraggio invaso da una cupezza assoluta, i cui personaggi hanno, dal primo all'ultimo, comportamenti sconcertanti, non si prova che fastidio per un insieme di odiosi, bambino compreso, perchè ammazza un cane piuttosto gratuitamente, che annoia e deprime, più che suscitare tensione e porre interrogativi. Azzarda un approccio horror per perdersi poco dopo in pastoie da giallo vago, che procede a tentoni. E quando il padre del bambino apre uno sportello della mensola di cucina, trovando una bottiglia con scritto "Grappa", come nelle recite del doposcuola, rimane solo da aspettare la fine, più irritati che mai da una storia che richiama la tragedia di Cogne, ma senza serietà.
NIGHTCRAWLER- Lo sciacallo ( Nightcrawler, USA 2014)
DI DAN GILROY
Con JAKE GYLLENHAAL, Rene Russo, Riz Ahmed, Bill Paxton.
NOIR
Giovane e sfrontato, Lou Bloom tira a campare rubacchiando qua e là, ma quando capita sulla scena di un incidente, una notte, vedendo operatori che riprendono l'accaduto, decide di attrezzarsi e offrire riprese esclusive ad un canale televisivo: il gioco riesce, e via via, il protagonista comincia a guadagnare abbastanza bene, e farsi un nome nel settore. Ma per avere sempre di più, comincia a oltrepassare i limiti, manomettendo scene dei crimini che riprende, entrando dove non dovrebbe, e rischiando parecchio: la sua natura psicotica lo porterà molto in là. Salutato con collettiva simpatia dalla critica, "Nightcrawler" è un noir moderno, con una vera e propria "jena" adeguata al mondo oltre il Duemila: la natura predatoria di Bloom, che rubi oggetti o immagini private, viene fuori comunque, a prezzo sempre più alto, soprattutto per gli altri. Non si fa scrupolo alcuno, pur di perseguire i propri fini, a scapito di vite spezzate o rischi enormi, fisici, oltre che etici. All'esordio, Tony Gilroy gira un buon thriller psicologico, magari dovrebbe, in futuro, sviluppare maggiormente il lato emotivo, ma è vero che siamo alle prese con un personaggio piuttosto ributtante, ed un'ottica "distaccata" forse era necessaria per creare meno empatia possibile con un individuo deviato, e la scelta di non giungere per forza ad un finale edificante, o moralista, è da apprezzare. Tra gli attori più coraggiosi della propria generazione, Jake Gyllenhaal azzecca un'altra interpretazione, in un ruolo infame che rende con febbrile aderenza.
FANTASTIC FOUR-I FANTASTICI 4( Fantastic Four, USA 2015) DI JOSH TRANKCon MILES TELLER, KATE MARA, JAMIE BELL, MICHAEL B. JORDAN.FANTASTICO/AZIONEEsperti del box-office avevano già annunciato che la nuova versione de "I Fantastici 4" sarebbe andata a picco, commercialmente parlando: la terza (se si considera anche la versione "invisibile" di Roger Corman degli anni Novanta) volta di Mr. Fantastic & soci, la famiglia allargata più famosa del mondo a fumetti, è partita decisamente con il piede sbagliato. Infatti, il regista Josh Trank ha rotto con la Fox prima ancora di terminare il film, e quindi il montaggio che vediamo non è neanche quello voluto dal regista ( il quale ha disconosciuto il lungometraggio), e queste sono cose che, solitamente, nuocciono a qualsiasi produzione cinematografica. L'incasso attuale, globale, è di 160 milioni di dollari, non pochi, ma ben lontani dalle cifre a cui sono abituati i film di supereroi degli ultimi anni. Di Trank si era apprezzato il poco costoso "Chronicles", e in parte questo suo primo film ad alto budget ne ricalca le atmosfere, la tendenza a raccontare la vicenda straordinaria di chi la vive per caso, ma il problema principale è che per metà proiezione si è occupati a raccontare le premesse e come i quattro eroi divengono tali ( con un passo non proprio speditissimo), e poi nella seconda parte i fatti si affastellano velocemente, fino a uno scontro finale tra i FF e il Dottor Destino (la cui origine qui è del tutto nuova...) abbastanza spiccio e senza pathos, con dialoghi di poco interesse ( Reed Richards, nei fumetti uno dei più geniali personaggi della Marvel, che arriva davanti all'ex-amico, e tutto quello che sa dirgli è "Basta!!!"). Inoltre, uno dei fattori più rilevanti delle avventure dei Fantastici 4, ma anche di quasi tutto l'universo marvelliano, è l'umorismo, che qui praticamente non esiste, e "La Cosa" offre solo l'infinita malinconia della sua condizione di uomo di pietra, senza quell'energia brillante che contraddistingue il personaggio, di solito. Non è brutto come l'hanno descritto, nè il peggior film da personaggi a fumetti, come hanno sentenziato recensori, professionisti e non, anche perchè arrivare ai livelli di "Daredevil" con Ben Affleck e del secondo "Ghost Rider" ce ne vuole, però è un'occasione fallita, un kolossal con poco sapore e una spettacolarità molto relativa. E tra due anni arriva il secondo, comunque.
....E L'UOMO CREO' SATANA! (Inherit the wind, USA 1960)DI STANLEY KRAMERCon SPENCER TRACY, FREDRIC MARCH, Gene Kelly, Donna Anderson.DRAMMATICODal dramma teatrale "Inherit the wind", opera di Jerome Lawrence e Robert E.Lee, un film della stagione impegnata di Hollywood più volenterosa, ispirata e densa. Dirige Stanley Kramer, una garanzia in tal senso, e davanti alla macchina da presa va in scena una disfida tra due grandi vecchi del cinema, come Spencer Tracy e Fredric March, e un comprimario di lusso come Gene Kelly: la questione è un processo in cui un insegnante è accusato di sostenere e diffondere le teorie darwiniane ( siamo nel 1925, profonda provincia USA), e il vero conflitto è tra chi antepone la Parola di Dio davanti a tutto e non accetta gli studi della Scienza, e chi invece spinge per il progresso, e che l'uomo si evolva, consapevole delle proprie vere origini. Giocato come una lotta che si inasprisce via via che il processo va avanti, tra i due avvocati, che fuori dall'aula si trattano amichevolmente, il film ha un'ottima ambientazione, la sceneggiatura smorza la drammaticità dei toni con alcuni riflessi umoristici, e il tutto è fotografato in un luminoso, splendido bianco e nero. Ciò che rende prezioso il lungometraggio è sia quel che comunica, e la bravura sia di Kramer, nel centellinare la tensione dialettica ed emotiva, e nel saper dirigere gli attori, fondamentali in un lavoro che viene appunto, e in maniera evidente, dal teatro. Spencer Tracy sembra inizialmente quasi presente controvoglia, ma sa tirare fuori la durezza idealista del suo legale, ed è bravissimo: se possibile, ancor più notevole Fredric March, impegnato nella caratterizzazione di un uomo segretamente ottuso, ironico e facondo ufficialmente, ma stretto alle proprie insicurezze con protervia da fanatico. Meno famoso di quel che si meriti, un buon dramma processuale in chiave spiccatamente "liberal".
I DIAVOLI VOLANTI (The flying deuces, USA 1939)DI A.EDWARD SUTHERLANDCon STAN LAUREL, OLIVER HARDY, Jean Parker, Reginald Gardiner.COMMEDIA Della filmografia della coppia Laurel & Hardy, è uno dei titoli più celebri, assieme a "Frà diavolo" e altri classici in bianco e nero dei due: Ollio, per una delusione amorosa, cerca di suicidarsi, coinvolgendo anche l'inseparabile amico, ma viene consigliato, invece, di arruolarsi nella Legione Straniera. Il che avviene, ma, ovviamente, il duo saprà creare scompiglio, e infilarsi in una serie di guai. Rispetto ad altro cinema della coppia comica, è un film che cerca meno l'effetto delle gags, puntando maggiormente sulla trama, e cercando di essere una commedia, più che un film comico vero e proprio. La simpatia dei due è innegabile, ma non sempre il ritmo è sostenuto, e la storia è pretestuosa, fin troppo: è come se la vis di Stanlio e Ollio venisse tenuta a freno, e loro leggermente snaturati. Celeberrima la canzone "Guardo gli angeli...", e notevoli le acrobazie dell'aereo nella parte finale: poetica la conclusione, con Stanlio che ritrova l'amico sotto altre spoglie, una delle cose migliori della pellicola. Ma non è tra i loro lavori più riusciti.
LONE SURVIVOR (Lone survivor,USA 2013)
DI PETER BERG
Con MARK WAHLBERG,Taylor Kitsch,Emile Hirsch,Ben Foster.
GUERRA
Qua da noi,e fuori dagli Stati Uniti in generale,ha avuto un riscontro non esaltante,ma in patria "Lone survivor",ispirato ad una vera azione di guerra del 2005,che vide un commando di Navy Seals americani,in Afghanistan,cercare di abbattere un leader talebano e invece ritrovarsi in territorio nemico,con la missione andata a monte e circondati di guerriglieri nemici,è stato un grande successo.Che Peter Berg sia un regista connotato ideologicamente a destra,così come lo è sempre stato John Milius (ma era più anarcoide),ormai l'hanno capito anche i sassi:è vero anche,però,che l'ex-attore sa il fatto suo nel girare le scene d'azione,e sa sviluppare una suspence come pochi altri."Lone survivor" è un'opera di propaganda a stelle e strisce,colma di testosterone e retorica reaganian-bushiana,in cui gli Stati Uniti sono l'Impero del Bene e della Libertà,e questo gli gioca a sfavore,decisamente:tuttavia,difficile negare che lo spettatore non venga coinvolto nella lunga sequenza,da metà pellicola in poi,dello scontro con i talebani nella foresta,e nella disperata lotta dei quattro soldati per sopravvivere e non essere sopraffatta.E c'è da dire che Berg sottolinea che gli estremisti ci siano tra i soldati americani (e infatti il punto di vista del protagonista,Mark Wahlberg,è meno spietato di alcuni commilitoni) e tra gli afghani,ci sono anche oppositori degli integralisti.Difficile avere a che fare con un film come questo:perchè viene da deprecare la dimensione reazionaria della cornice e apprezzare sia la buona qualità delle sequenze d'azione,che il messaggio di solidarietà tra esseri umani di diversa provenienza,contro l'orrore della violenza al servizio dell'ideologia fatta di assoluti.Come quell'abbraccio tra uomo e bambino in sottofinale,e il ringraziamento del soldato ai suoi salvatori,toccante e commovente,che stride con l'inzuppata di rassicurazioni sulla macchina da guerra americana protettrice dei suoi pargoli in uniforme e del mondo libero.Nel cast,buone le interpretazioni degli attori principali,cinque tra i volti sotto i quarantacinque anni più interessanti del cinema USA di oggi,e nota di merito in più per Mark Wahlberg che,film dopo film,ha mostrato grosse capacità di miglioramento.
GODZILLA (Godzilla,USA 2014)
DI GARETH EDWARDS
Con AARON TAYLOR-JOHNSON,Ken Watanabe,Bryan Cranston,David Strathairn.
FANTASCIENZA
Dopo la non convincente rinascita del 1998 sotto la regia di Roland Emmerich,e nonostante il remake di "King Kong" del 2005 non avesse raccolto i risultati commerciali sperati (ma resta un film notevole), ecco una nuova versione di "Godzilla",affidata all'emergente Gareth Edwards.Si sa che il mostro anfibio non è mai stato così grande,che l'esordio USA è stato più che incoraggiante,con 93 milioni incassati nella prima settimana di programmazione,e che il kolossal è dalla parte del dinosauro atomico,e che non è facile dire qualcosa di nuovo su una creatura che è un'icona non solo cinematografica,e abbiamo visto in più salse,spesso da amatori duri e puri."Godzilla" versione 2014 elude la presenza della creatura,per metà film vediamo le conseguenze dei suoi passaggi,si parla della sua esistenza ma non appare,viene rivelato a poco a poco quel che i personaggi della storia conoscono del mito della grande lucertola venuta dal mare:i mostri veri sono degli esseri colossali,figli della radiazione,insettiformi,che distruggono ogni cosa per ricongiungersi e dare il via ad una nuova stirpe di giganti che domineranno il pianeta,ma la Natura conosce gli equilibri meglio delle imposizioni che l'Uomo è uso dare a ciò che lo circonda,e Godzilla si rivelerà un alleato impensabile.Il nuovo azzeramento della saga del dinosauro marino che Ishiro Honda portò sullo schermo per primo è un blockbuster d'autore che forse scontenterà le generazioni abituate ai ritmi degli sparatutto e dei videogames più recenti:si prende i suoi tempi,con una prima parte che esplora ciò che sta in tensione per l'avvento delle creature,e una seconda che mette in scena gli scontri,ma con rarefazione,tra buio,polvere e lampi di luminosità,quasi una graphic novel in movimento.Edwards mostra di amare e avere mandato a memoria tanto cinema spielberghiano,tra il nome del protagonista Brody,il passaggio di Godzilla sotto gli umani,come "Lo squalo",il tempo che serve ad aumentare la suspence e a centellinare le apparizioni mostruose,la zona contaminata che si rivela invece una bugia come in "Incontri ravvicinati":e poi cita se stesso,vedere la sequenza in cui i due mostri radioattivi si incontrano e scambiano effusioni,come accadeva nel suo titolo precedente,"Monsters".Ben costruito ed ecologista,il nuovo capitolo di una saga ormai data per estinta sembra portare linfa nuova,ed è probabile che abbia tutte le credenziali per diventare,tra qualche anno,un nuovo classico.